Fine anno a Trieste, la riflessione di un cittadino: “meno frenesia, più consapevolezza e fede nel cuore”
Non fuochi d’artificio, non la corsa a festeggiare a tutti i costi. Per un triestino, l’ultimo dell’anno assume un significato diverso, più intimo e profondo. Una segnalazione che arriva proprio oggi, 31 dicembre, e che racconta un modo alternativo di vivere questo passaggio simbolico.
Un momento per fare il punto, non solo per festeggiare
“Per me l’ultimo dell’anno non rappresenta tanto la voglia di festeggiare a qualunque costo”, spiega, “ma un momento di riflessione, per fare il punto della situazione”. Parole semplici, che si discostano dal clima di frenesia e rumore che spesso accompagna la fine dell’anno, soprattutto nelle città.
Il tempo che si chiude diventa così un’occasione per guardarsi dentro, valutare ciò che è stato e ciò che può ancora essere migliorato, senza proclami né promesse urlate.
Fede, consapevolezza e piccoli passi quotidiani
Guardando al nuovo anno, il triestino non parla di grandi rivoluzioni, ma di un impegno personale costante. “Penso di vivere alla giornata, sempre con la fede nel cuore e nella consapevolezza di poter e dover migliorare”. Un messaggio che mette al centro la responsabilità individuale e il valore dei piccoli cambiamenti quotidiani.
Una voce fuori dal coro che parla a molti
In una notte tradizionalmente associata agli eccessi, questa riflessione rappresenta una pausa di silenzio e di senso. Una voce che non giudica, non impone, ma invita semplicemente a considerare che anche l’ultimo dell’anno può essere vissuto come un passaggio interiore, oltre che come una festa. Foto Aldo Budicin