Sequestrati in Italia 1,6 milioni di opere d’arte: "Sproporzione" tra beni e redditi degli indagati (FOTO)
I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine hanno sequestrato oltre 1.600.000 euro di opere d’arte a Brescia, in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale locale. L'operazione, che coinvolge due indagati per ricettazione e riciclaggio, ha portato al recupero di 284 reperti e 578 oggetti, di cui 26 risultati rubati e 5 contraffatti.
L'indagine: dai furti al riciclaggio di opere d’arte
L’indagine ha avuto inizio nel 2020, quando i militari hanno individuato online un dipinto del XVII secolo, "Santa Caterina da Siena", rubato nel 2009 in provincia di Perugia. L’opera, venduta sul web, era stata modificata per ostacolare il riconoscimento, configurando il reato di riciclaggio di beni culturali.
La perquisizione nell’abitazione di un 40enne bresciano ha rivelato un vero e proprio tesoro artistico, apparentemente sproporzionato rispetto al tenore di vita del proprietario. Tra i beni trovati, molti erano stati accumulati dal padre, ex commerciante di antiquariato, senza documenti che ne attestassero la provenienza lecita.
Il sequestro per sproporzione: un nuovo approccio legale
La Procura ha applicato la normativa sulla confisca per sproporzione, prevista per beni di valore elevato detenuti senza giustificazione economica. Questo approccio, sempre più utilizzato in casi di reati contro il patrimonio culturale, consente il sequestro preventivo quando i redditi dichiarati non giustificano il possesso di tali beni.
Tra le opere sequestrate figurano:
- 127 dipinti di arte antica e moderna,
- 19 statue in marmo,
- 16 sculture in vari materiali,
- 4 candelabri,
- specchiere, vasellame e oggetti di arredo di pregio.
Opere rubate e falsi di grande valore
Le indagini hanno permesso di collegare 23 opere a furti avvenuti tra il 1971 e il 2009 in residenze nobiliari, abitazioni private e persino una fondazione bancaria del milanese. Inoltre, tra i beni sequestrati vi erano 5 opere contraffatte, attribuite a maestri come Michele Cascella, Mario Sironi e Renato Guttuso, il cui valore, se autentiche, sarebbe stato di centinaia di migliaia di euro.
Restituzione e distruzione
Mentre le opere autentiche rubate sono state restituite ai legittimi proprietari, quelle false saranno distrutte, come previsto dalla normativa. Le operazioni si sono svolte sotto la supervisione di restauratori e antiquari esperti, che hanno catalogato i beni per il loro valore economico e culturale.
Un tesoro di 1,6 milioni sotto sequestro
Alla luce degli approfondimenti patrimoniali e delle verifiche, il GIP di Brescia ha autorizzato il sequestro di tutti i beni trovati, ritenuti incompatibili con il reddito degli indagati. Tra i beni sequestrati anche 3 opere rubate in Veneto e Piemonte tra il 1991 e il 2000, scoperte durante le verifiche successive.
Indagati sotto processo
I due indagati, padre e figlio, dovranno ora rispondere in sede giudiziaria della provenienza dei beni. Le accuse si basano sul possesso di opere di valore senza documentazione lecita e sul collegamento con reati precedenti. La presunzione di innocenza resta garantita, ma il caso rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro i crimini ai danni del patrimonio culturale.