"Trieste e il Nadal de tanti ani fa, la magia di una festa senza tempo", il nostalgico ricordo

"Trieste e il Nadal de tanti ani fa, la magia di una festa senza tempo", il nostalgico ricordo

Il Natale porta con sé la magia dei ricordi, specialmente per chi ha vissuto un’epoca in cui la festa non era solo fatta di luci e regali, ma di un’intimità che avvolgeva ogni borgo, ogni famiglia, ogni casa.

Una città che profumava di festa

Una triestina ci regala un ritratto nostalgico del Nadal de tanti ani fa, quando le vie erano vive e brulicanti, piene di negozi e di quei profumi inconfondibili del periodo: “odor de krapfen, de dolci, che, insieme ale vosi della gente, al ciel pien de stele, ale finestre iluminade... fazeva alegria”.

Era un tempo in cui tutto sembrava più semplice, ma ricco di significato: “Spetar la festa, comprar qualcossa anche de poco o per ti o per meter in piato la domenica per el pranzo”.

Gesti semplici che creavano magia

Aspettare il Natale significava anche curare i dettagli che rendevano speciale la giornata: “Tirar fora la tovaia bona, quela del coredo, e anche el parecio, quel de nona co’ la se gaveva sposa’”.

E poi, la domenica, tutti pronti a vivere la festa con gioia: “In Ciesa, tuti santi se sentivimo, pronti a corer, una volta finida la Messa, a magnar la putiza e anche el rosto co’ le patate”.

Un ricordo che scalda il cuore è quello del pranzo in famiglia, intorno al “tavolo grando, magari zonta’ con due tavole ciolte in cantina”. Un momento in cui la felicità non dipendeva da ciò che si aveva, ma da chi si aveva accanto.

L’albero semplice, ma speciale

L’immagine dell’albero di Natale è il simbolo di questa semplicità: “El mio picio albereto montado sula machina de cusir, le candeline rosse impizade, la scatola de carton piena de balete de tuti i colori e la carta de grota con davanti el Presepe e i cigni spelai che no' stava sul ramo”.

Ogni dettaglio raccontava una storia, ogni decorazione era un ricordo che si rinnovava ogni anno, unendo passato e presente.

La fiaba del Nadal vive ancora

La triestina conclude il suo racconto con una riflessione carica di emozione e speranza:
“Tuti, per quel giorno, ierimo boni… vivevimo una fiaba, quela del Nadal, che anche ogi, in tempi moderni, la esisti… LA DEVI ESISTER…”.

Un augurio che arriva dritto al cuore:
“BUON NATALE A VOI, zerche’ de viverla 'sta fiaba... fa ben ala salute e al CUOR…”.

Un invito a riscoprire la magia di un Natale autentico, fatto di calore, famiglia e amore, che va oltre i tempi moderni e continua a vivere nei ricordi e nei cuori di chi sa apprezzare la vera essenza della festa.