George Tatakis premiato ai Trieste Photo Days con il Premio Musei Civici del Comune di Trieste
Il fotografo greco George Tatakis è stato insignito del Premio Musei Civici del Comune di Trieste nell’ambito del Festival Trieste Photo Days, per un progetto che esplora con rara intensità il legame tra identità culturale, memoria collettiva e tempo.
Il riconoscimento, assegnato da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, e da Michela Messina, conservatore del Civico Museo Sartorio, premia la capacità dell’artista di costruire un dialogo visivo profondo tra il passato e il presente, trasformando la fotografia in strumento di riflessione e di continuità culturale.
una mostra tra luce e memoria
Il progetto sarà esposto nella mostra collettiva del Trieste Photo Days, in programma dal 24 ottobre al 23 novembre presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4), con inaugurazione venerdì 24 ottobre alle ore 12. L’ingresso sarà libero.
Ambientato tra architetture industriali abbandonate, il lavoro di Tatakis evoca un tempo sospeso in cui le figure femminili avvolte in abiti tradizionali si stagliano come custodi di una memoria che resiste. La luce radente, le superfici corrose, la materia degli abiti e l’atmosfera quasi rituale trasformano gli scatti in frammenti di una narrazione universale: quella della permanenza della cultura nell’erosione del tempo.
l’arte come ponte tra passato e contemporaneità
Nelle immagini di Tatakis, la fotografia non è semplice documento, ma atto interpretativo e poetico. Il suo sguardo rinnova la tradizione visiva del Mediterraneo, unendo la solennità del rito al silenzio della rovina, la bellezza del costume alla fragilità del presente.
Con questo lavoro, l’autore compie un gesto artistico e civile: non si limita a conservare la memoria, ma la reinterpreta, rendendola viva e dialogante con le sfide del mondo contemporaneo.
un premio che celebra la fotografia come linguaggio di dialogo
Il Premio Musei Civici sottolinea la volontà del Comune di Trieste di fare della fotografia un ponte tra culture, tempi e linguaggi, valorizzando le arti visive come strumento di conoscenza e di scambio.
Attraverso il riconoscimento a Tatakis, la città celebra un’idea di arte che non si chiude nel museo, ma lo apre al mondo, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di riflessione, confronto e contaminazione culturale.