Lippolis: “Le zone rosse sono necessarie”, Monti: “Un approccio tampone e insufficiente” (VIDEO)

Lippolis: “Le zone rosse sono necessarie”, Monti: “Un approccio tampone e insufficiente” (VIDEO)

Trieste è al centro di un acceso dibattito sulle nuove zone rosse, introdotte per contrastare criminalità e degrado. Durante una diretta su Trieste Cafe, condotta da Luca Marsi, si sono confrontati Antonio Lippolis (Fratelli d’Italia) e Federico Monti (Adesso Trieste), con l’intervento dell’opinionista Stefano Rebek.

L’ampliamento delle zone rosse

Le zone rosse, attivate oggi, comprendono aree strategiche della città:

  • Zona Rossa 1: si estende dalle Rive al Molo Audace e ora copre anche tratti di via Einaudi.
  • Zona Rossa 2: area della stazione ferroviaria ampliata fino a piazza Dalmazia e via Carducci.
  • Zona Rossa 3: da piazza Goldoni a nuovi tratti di Corso Saba e Largo Barriera.

Antonio Lippolis ha descritto queste misure come “tentativi per tamponare una situazione complessa”. Secondo lui, non esistono strategie definitive, ma ogni intervento può contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza.

Federico Monti, invece, ha criticato l’approccio definendolo “un’operazione tampone” e ha aggiunto: “Queste misure offrono un senso di sicurezza apparente senza affrontare le radici del problema”.

Immigrazione e criminalità: visioni contrapposte

Un altro tema caldo del dibattito è stato il legame tra immigrazione e criminalità. Lippolis ha dichiarato che la narrazione è cambiata: “Non parliamo più di bande italiane contro stranieri, ma di conflitti interni alle comunità migratorie.” Ha anche evidenziato la necessità di costruire più carceri, per “mettere i delinquenti nella condizione di non nuocere più.

Monti ha replicato sostenendo che la criminalità non riguarda solo i nuovi flussi migratori: “Le difficoltà derivano anche da comunità di seconda o terza generazione già radicate, che necessitano di progetti di integrazione.

Il ruolo delle forze dell’ordine

Entrambi gli ospiti hanno espresso apprezzamento per il lavoro delle forze dell’ordine, pur riconoscendo i limiti imposti dalla carenza di organico.

Lippolis ha proposto un intervento più drastico: “Le carceri dovrebbero diventare le vere zone rosse per chi delinque.” Monti, invece, ha auspicato un approccio più inclusivo, con piani a lungo termine per garantire una sicurezza strutturale e non solo emergenziale.

Trieste tra emergenze e futuro

La discussione ha evidenziato che, nonostante i diversi approcci, entrambe le parti concordano sulla necessità di un piano di intervento che vada oltre le misure tampone. Trieste deve affrontare sfide importanti, bilanciando la sicurezza con l’integrazione sociale per evitare che il centro cittadino diventi una “zona militarizzata”.

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