'Consultori familiari, stop ai servizi gratuiti': il comitato denuncia un peggioramento a Trieste
Ad un anno esatto dalla chiusura di due sedi di Consultori familiari a Trieste (24 gennaio 2024), il Comitato di partecipazione per i Consultori familiari e il gruppo Non Una di Meno Trieste fanno il punto sulla situazione, denunciando quello che definiscono un depotenziamento dei servizi essenziali e una mancata trasparenza da parte di ASUGI.
Un anno di promesse non mantenute
La chiusura delle sedi di via San Marco 10 e via Sai 7 era stata giustificata dall’Azienda Sanitaria con l’obiettivo di migliorare i servizi grazie a una riorganizzazione che avrebbe portato:
- Sostituzione garantita del personale.
- Potenziamento dell’assistenza domiciliare.
- Maggiore possibilità di scelta per i cittadini sulla sede a cui rivolgersi.
- Spazi adeguati con équipe multidisciplinari e orari più estesi.
- Open day per far conoscere i servizi.
Secondo il Comitato, però, queste promesse non sono state mantenute: assenze di personale, riduzione dei servizi erogati e mancata trasparenza caratterizzano il bilancio del primo anno della nuova organizzazione.
Carenze di personale e riduzione dei servizi
Il Comitato segnala che nel 2023 ci sono state nuove dimissioni e pensionamenti tra ginecologhe, psicologi e assistenti sociali, senza adeguate sostituzioni. La carenza di personale ha portato a:
- Riduzione degli interventi ginecologici: le donne adulte non possono più prenotare visite ginecologiche generali, limitate ora a specifiche richieste come contraccezione, gravidanza o menopausa.
- Allungamento delle liste d’attesa per i servizi ginecologici e ambulatoriali, ora spesso a pagamento tramite ticket.
- Mancanza di continuità nelle cure: le pazienti vengono indirizzate in base alla disponibilità delle strutture, spesso in comuni limitrofi, senza garanzia di essere seguite dallo stesso professionista.
- Sedi decentrate senza équipe complete: nei comuni come Duino Aurisina, Muggia e San Dorligo-Dolina, non è presente un’équipe multidisciplinare, obbligando i cittadini a rivolgersi alle due sedi principali a Trieste.
Un consultorio senza nome e identità
Un altro tema critico riguarda la perdita di riconoscibilità del Consultorio Familiare, che, secondo il Comitato, non esiste più come struttura organizzativa definita. Nell’organigramma di ASUGI si parla di “funzioni consultoriali” e non di “Consultori familiari”, segno di una svalutazione del servizio, anche simbolica. La segnaletica è stata ripristinata solo dopo le denunce del Comitato.
Open day mai realizzati e scarsa trasparenza
Gli annunciati open day per presentare le attività non sono mai stati organizzati, giudicati “non necessari” da ASUGI. Inoltre, il Comitato denuncia la mancanza di un’analisi tecnica dettagliata sulle criticità che avrebbero motivato la riorganizzazione e sull’impatto che questa ha avuto sulla qualità dei servizi.
Un appello per salvare i Consultori
Il Comitato non si limita a denunciare, ma propone soluzioni e chiede maggiore partecipazione della cittadinanza, come previsto dall’art. 4 della legge regionale n. 81/78. Nei prossimi giorni verrà organizzato un volantinaggio per sensibilizzare la popolazione e, a febbraio, saranno presentati i risultati di un questionario condotto tra maggio e dicembre 2024, che ha coinvolto 1.660 partecipanti.
Il depotenziamento dei Consultori, avverte il Comitato, non riguarda solo Trieste, ma è un problema diffuso in tutta la regione Friuli Venezia Giulia e oltre. Esempi critici vengono segnalati anche a Monfalcone, Gorizia e Cividale, dove i servizi consultoriali sono stati accorpati o ridotti, con disagi per i cittadini.
“La riorganizzazione ha ridotto i presidi sociosanitari di prossimità, snaturando i Consultori e calpestando le loro peculiarità, frutto di battaglie storiche per la tutela della salute delle persone,” conclude il Comitato.
Iniziative in corso
- Sabato 25 gennaio: volantinaggio informativo per le vie della città.
- Febbraio 2025: presentazione dei risultati del questionario sui Consultori familiari.
Il Comitato promette di continuare a monitorare e a vigilare affinché i Consultori tornino a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per la cittadinanza.