Asilo e legalità a Trieste, ICS risponde ai sindacati: «Serve responsabilità, non reazioni emotive»
Dopo le dichiarazioni diffuse dai sindacati di polizia in merito al report “Accesso negato. Rapporto sugli ostacoli nell’accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e altre misure di accoglienza a Trieste”, ICS interviene con una presa di posizione netta, invitando a riportare il confronto su un piano di analisi approfondita e responsabile.
Secondo ICS, il tono utilizzato nelle reazioni sindacali appare marcatamente emotivo e lascia intendere che il documento non sia stato esaminato con la necessaria attenzione e completezza.
Un lavoro lungo e documentato
Il rapporto, ricorda ICS, è il risultato di un monitoraggio lungo, puntuale e strutturato, realizzato da un ampio e autorevole coordinamento di enti e associazioni attive sul territorio triestino nella tutela delle persone più esposte e vulnerabili. Un lavoro che non nasce da posizioni ideologiche, ma da un’attività di osservazione sistematica e documentata.
Il documento evidenzia infatti l’esistenza di prassi illegittime nell’accesso alle procedure di protezione internazionale e ad alcune misure di accoglienza. Prassi che, sottolinea ICS, non possono essere semplicemente negate, ma richiedono di essere riconosciute e affrontate con urgenza.
Tutela dei diritti e delle forze dell’ordine
ICS chiarisce che il rapporto non intende colpire o delegittimare l’operato delle forze dell’ordine. Al contrario, il riconoscimento e l’interruzione delle pratiche illegittime segnalate rappresentano, secondo l’associazione, una difesa dello Stato di diritto e una tutela anche per chi opera quotidianamente all’interno delle istituzioni.
Ignorare o minimizzare quanto emerge dal report significherebbe, secondo ICS, esporre tutti a rischi maggiori, sia sul piano giuridico che su quello istituzionale.
L’appello al dialogo
ICS conclude auspicando una riflessione più posata, meno reattiva e maggiormente fondata sui contenuti del rapporto. Un invito chiaro a superare lo scontro verbale per aprire un confronto serio e costruttivo, finalizzato a porre fine alle pratiche illegittime segnalate, nell’interesse della collettività, delle persone più vulnerabili e delle stesse istituzioni.
L’associazione rinnova infine la propria disponibilità al dialogo, ribadendo che solo attraverso un confronto responsabile e basato sui fatti è possibile rafforzare legalità, diritti e coesione sociale a Trieste.