Adesso Trieste: «Con Porti d’Italia SpA rischio centralizzazione e privatizzazione, Trieste va tutelata»
La proposta del Governo di istituire “Porti d’Italia S.p.A.”, una nuova società di diritto privato, almeno inizialmente a capitale pubblico, desta profonda preoccupazione per le possibili conseguenze sul futuro del Porto di Trieste e del suo Porto Franco Internazionale.
«Una centralizzazione decisa a Roma, con funzioni concentrate in una “Super Authority” nazionale di natura privatistica rischia di indebolire le competenze maturate localmente, rallentando i processi decisionali e riducendo la capacità dello scalo di reagire con tempestività alle sfide del mercato - evidenzia Federico Monti, Portavoce di Adesso Trieste -. La perdita di autonomia potrebbe tradursi in un danno competitivo concreto rispetto ai porti vicini di Koper (Capodistria) e Rijeka (Fiume), oggi sostenuti da strategie governative più mirate e agili».
«Trieste ha costruito la propria forza grazie a un modello di autonomia e snellezza gestionale che ha profonde radici nella storia della città - aggiunge Monti - e che più recentemente ha consentito la nascita di realtà di eccellenza come Adriafer, oggi punto di riferimento nazionale nella logistica ferroviaria portuale. Questo approccio flessibile e radicato nel territorio ha reso il porto triestino il primo scalo ferroviario d’Italia e un nodo fondamentale nei collegamenti con l’Europa centrale. Ora rischia di essere spazzato via da questa scelta nazionale».
«La scelta di adottare il modello privatistico della SpA è molto preoccupante - afferma Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale - poiché potrebbe aprire la strada all’ingresso di privati nella “Super Authority”. È peculiare che la destra stia rendendo possibile quel rischio di privatizzazione dei porti che aveva denunciato strumentalmente quando era all’opposizione. All’epoca il tema era l’eventuale coinvolgimento di compagnie cinesi nel Porto di Trieste, che in realtà avrebbero semplicemente partecipato a gare per alcune concessioni».
A rendere il quadro ancora più critico - evidenziano i municipalisti - è la mancata nomina del Presidente dell’AdSPMAO, che da oltre un anno e mezzo priva Trieste di una guida e di una rappresentanza adeguata. Questa assenza sta causando evidenti danni ai traffici marittimi, generando incertezza gestionale, blocco delle decisioni strategiche, danni reputazionali e rallentamento degli investimenti. L’assenza di una guida chiara si somma poi alla questione annosa e irrisolta della mancata piena operatività del regime di Porto Franco Internazionale.