Accoglienza diffusa, Codarin: 'Basta buonismo' - Famulari: 'Va governata bene'" (VIDEO)
Un dibattito acceso quello andato in onda durante la diretta serale di Trieste Cafe, dove il tema dell’accoglienza diffusa dei migranti è stato al centro del confronto tra Massimo Codarin (Fratelli d’Italia) e Laura Famulari (Partito Democratico). A condurre la discussione è stato Luca Marsi, affiancato da Francesco Viviani.
La domanda chiave posta agli ospiti è stata: "L'ospitalità ai migranti va gestita in modo più rigoroso o rappresenta un'opportunità per la città?" Due posizioni nettamente differenti si sono scontrate, rappresentando il dibattito politico locale e nazionale sul tema.
Codarin: "Accoglienza diffusa? Solo per chi si integra"
Massimo Codarin ha espresso una posizione fortemente critica verso il modello attuale dell’accoglienza diffusa, sottolineando come questa spesso non favorisca l’integrazione e generi disagi ai residenti.
"L’accoglienza diffusa potrebbe anche funzionare, ma solo se riguarda persone già integrate o che vogliono integrarsi nel nostro tessuto urbano e sociale", ha affermato Codarin.
Ha poi denunciato come molti dei richiedenti asilo presenti in città non abbiano reali intenzioni di inserirsi nella comunità locale, creando problemi nei condomini dove vengono ospitati.
"Nel 95% dei casi, le persone che si trovano a vivere accanto ai migranti ospitati in appartamenti segnalano situazioni di disagio. Il punto è che spesso queste persone non vogliono integrarsi e questo crea tensioni nel territorio", ha aggiunto il rappresentante di Fratelli d’Italia.
Famulari: "Il fenomeno va gestito, non strumentalizzato"
Diversa la visione di Laura Famulari, che ha subito respinto l’idea che l’accoglienza diffusa sia un tema da utilizzare in contrapposizione tra destra e sinistra.
"L’immigrazione è un fenomeno che esiste e va gestito con responsabilità. Non è un tema di divisione politica, ma una questione che riguarda la capacità di amministrare e trovare soluzioni equilibrate", ha dichiarato Famulari.
Ha poi ricordato come il numero di migranti accolti in passato fosse un terzo rispetto a oggi, sottolineando che il fenomeno migratorio non può essere evitato, ma solo regolato attraverso un sistema di gestione efficace.
"Le persone arrivano perché fuggono da guerre, fame, crisi economiche e cercano una vita migliore. Quello che dobbiamo chiederci non è come evitarli, ma come gestire la loro presenza nel rispetto della sicurezza e della legalità", ha affermato l’esponente del Partito Democratico.
Sicurezza e controllo: il nodo principale
Codarin ha ribadito che il problema principale è il numero eccessivo di arrivi, sostenendo che la maggior parte dei migranti non fugge da persecuzioni, ma si sposta per motivi economici.
"Non possiamo accogliere chiunque arrivi solo perché vuole stare meglio. Il 90% dei migranti non è un rifugiato politico, ma un migrante economico. L’Europa non può assorbire milioni di persone senza criteri di selezione", ha affermato.
Famulari ha però ricordato che la distinzione tra migranti economici e rifugiati viene fatta dai tribunali e non dai politici.
"Non siamo noi a decidere chi ha diritto alla protezione e chi no. Ci sono organi preposti che valutano ogni richiesta. Il punto non è chi può restare o no, ma cosa facciamo nel frattempo con chi è già qui", ha sottolineato.
Una città sotto pressione, tra percezione e realtà
Entrambi gli ospiti hanno concordato sul fatto che Trieste stia vivendo una fase critica, dove la percezione di insicurezza tra i cittadini è molto forte. Tuttavia, se per Codarin la soluzione è limitare drasticamente gli ingressi e selezionare con più rigore chi può restare, Famulari ha insistito sulla necessità di migliorare la gestione e il controllo sul territorio.
Il dibattito ha evidenziato un nodo centrale: come garantire sicurezza e coesione sociale senza rinunciare ai valori umanitari? Il confronto è destinato a proseguire, con la certezza che il tema rimarrà al centro dell’agenda politica triestina e nazionale.
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