Musica e Shoà: la memoria delle persecuzioni razziali rivive nello Schmidl
Il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” celebra il Giorno della Memoria con l'appuntamento «Musica e Shoà», a cura dell’Associazione Musica Libera, che vede protagonisti lo storico Alessandro Carrieri e il musicista Davide Casali.
L'incontro a ingresso libero fino a esaurimento posti si svolgerà lunedì 27 gennaio alle ore 17.30 nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4), nell'ambito del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», il ciclo di approfondimenti a cura di Stefano Bianchi che il Museo Teatrale da quasi vent'anni offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori della musica e del teatro.
«Noi ci guardiamo l’un l’altro dai nostri letti - scrive Primo Levi in Se questo è un uomo - perché tutti sentiamo che questa musica è infernale. I motivi sono pochi, una dozzina, ogni giorno gli stessi, mattina e sera: marce e canzoni popolari care a ogni tedesco. [...] Quando questa suona, noi sappiamo che i compagni fuori nella nebbia partono in marcia come automi; le loro anime sono morte e la musica li sospinge come il vento le foglie secche, e si sostituisce alla loro volontà».
Le parole di Levi evocano il ruolo crudele e paradossale che la musica assunse nei lager nazisti: una colonna sonora infernale, che scandiva il lavoro forzato e soffocava le anime dei prigionieri. Ma il dramma della musica deformata come strumento di oppressione non si fermò ai campi di concentramento e sterminio di Hitler. Anche in Italia, sotto il regime fascista, la musica e i suoi protagonisti furono travolti dalla discriminazione e dalla persecuzione razzista tra il 1938 e il 1943.
L'appuntamento allo “Schmidl” vuole raccontare una storia di persecuzione, esili, deportazioni e resistenze: attraverso il contesto storico e le testimonianze, narrate da Davide Casali e Alessandro Carrieri, e l’ascolto delle musiche di Aldo Finzi (Milano, 4 febbraio 1897 – Torino, 7 febbraio 1945), Vito Levi (Trieste, 10 agosto 1899 – Trieste, 27 novembre 2002), Viktor Ullmann (Český Těšín, 1 gennaio 1898 – campo di concentramento di Auschwitz, 18 ottobre 1944) e Pavel Haas (Brno, 21 giugno 1899 – Auschwitz, 17 ottobre 1944), emergeranno le vicende di artisti perseguitati dal regime fascista e nazista. Casali e Carrieri si alterneranno per intrecciare storia e musica, svelando come quest’ultima possa farsi voce della memoria e offrire una prospettiva profonda e inedita sulla tragedia del Novecento.
Trieste – la “città musicalissima” – fu profondamente segnata dalla persecuzione antiebraica. Nel 1938, musicisti come Vito Levi, Lionello Levi e Vittorio Menassé furono espulsi dalle istituzioni musicali triestine; altri, come Davide Gentilli e Alberto Levi, furono deportati e assassinati nei lager. Molti furono costretti all’esilio, come Davide (Guido) Nacamuli, privando la città e il Paese di un patrimonio culturale incalcolabile.
Ogni brano proposto nel corso dell'incontro rappresenta una testimonianza di vita, talento e resistenza. La musica, perseguitata e censurata, sopravvive come un linguaggio universale capace di raccontare la storia, ridare voce a chi è stato messo a tacere e combattere l’oblio.