Teatro Verdi, Turandot dal 12 al 21 maggio

TURANDOT
 
Musica di Giacomo Puccini
 
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
 
Edizioni Casa Ricordi, Milano
 
Maestro Concertatore e Direttore JORDI BERNÀCER
 
Regia DAVIDE GARATTINI RAIMONDI
 
Scene e disegno luci PAOLO VITALE
 
Costumi DANILO COPPOLA
 
Assistente alla regia e movimenti scenici ANNA AIELLO
 
Maestro del Coro PAOLO LONGO
 
ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
 
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
 
 
Personaggi e interpreti
 
 
Turandot
 
KRISTINA KOLAR (12, 14, 19, 21/V)
 
MAIDA HUNDELING (13, 20/V)
 
 
Calaf
 
AMADI LAGHA (12, 14, 19, 21/V)
 
CARLO VENTRE (13, 20/V)
 
 
Liù
 
ILONA REVOLSKAYA (12, 14, 19, 21/V)
 
ANGELA NISI (13, 20/V)
 
 
Timur
 
MARCO SPOTTI (12, 14, 20/V)
 
GABRIELE SAGONA (13, 19, 21/V)
 
 
Ping
NICOLO’ CERIANI
 
Pang
SAVERIO PUGLIESE
 
Pong   
ENRICO IVIGLIA
 
L’imperatore Altoum 
GIANLUCA SORRENTINO
 
Mandarino                  ITALO PROFERISCE
 
Prima ancella
 
FEDERICA GUINA (12, 14, 20/V) - ANNA KATARZYNA IR (13, 19, 21/V)
 
Seconda ancella
 
LUISELLA CAPOCCIA (12, 14, 20/V) - SILVIA VERZIER (13, 19, 21/V)
 
Il principe di Persia 
 
MASSIMO MARSI (12, 14, 20/V) - ROBERTO MIANI (13, 19, 21/V)
 
Con la partecipazione del coro I Piccoli Cantori della città di Trieste diretti dal M° Cristina Semeraro e della Civica Orchestra di Fiati “G. Verdi” – Città di Trieste
 
 
foto: https://www.dropbox.com/scl/fo/zxktfouwlp0gy66yn9jwu/h?dl=0&rlkey=iligcthkra360c36sne9cd92k
 
 
L’orientalismo del primo Novecento, di cui Trieste fu indiscussa capitale culturale, torna col il suo titolo più popolare, la Turandot di Puccini diretta dallo spagnolo Jordi Benàcer, oggi una delle bacchette più ricercate del panorama internazionale, e con la regia di Davide Garattini Raimondi, nome ben conosciuto ed apprezzato a Trieste, già autore dell’allestimento del ’19. I soprani giovani ma già stimatissimi Kristina Kolar e Maida Hundeling, al suo debutto in città, si alterneranno nel ruolo della crudele principessa per una chiusura di stagione che promette sold out in molte recite e offre un cast di grande livello
 
Da sempre porta d’Oriente del continente europeo, protagonista indiscussa dell’Orientalismo dei primi del ‘900 per naturale vocazione ed in musica a partire da Lehàr, Trieste ha per Turandot un amore particolare ed anche quest’anno, come nel ’19, verrà presentata al pubblico la versione lasciata incompiuta da Puccini senza il cosiddetto “finale Alfano”, scelta che rende il mistero dell’opera ancora più incisivo fuggendo il repentino lieto fine. Capolavoro complesso che necessita di un cast vocale solido in ogni dettaglio, questo allestimento verrà guidato sul podio dalla mano sicura dello spagnolo Jordi Bernàcer, ospite dei migliori teatri del globo, mentre la regia è affidata di nuovo a Davide Garattini Raimondi, che ha scelto un radicale bianco e nero per sottolineare i contrasti sociali ed emotivi del libretto. I costumi del palermitano Danilo Coppola, già autore di una lodata edizione della cineseria musicale Bataclan di Offenbach, completeranno un allestimento in armonico equilibrio tra tradizione e rivisitazione del titolo in chiusura di una stagione operistica che è felicemente vissuta di questa alternanza, offrendo un costante bilanciamento tra le esigenze di gusto del pubblico. Le scene e le luci di Paolo Vitale, volto noto e stimato della vita culturale di Trieste e solido professionista nonché storico collaboratore di Garattini Raimondi, restituiscono una Turandot di grande impatto visuale, come ci si attende tradizionalmente dal titolo fra i più potenzialmente estetizzanti del repertorio operistico.
 
Le voci vedono il difficile ruolo della protagonista affidato in alternanza ai soprani  Kristina Kolar, soprano croata molto attiva e stimata in tutto il bacino danubiano e in costante crescita di reputazione, e Maida Hundeling al suo debutto a Trieste dopo aver trionfato su palchi eccellenti quali il Covent Garden di Londra o Vienna. Liù sarà invece affidata alla giovane russa Ilona Revolskaya, al suo debutto nel ruolo, di cui The Guardian ha lodato di recente le “colorature stratosferiche” e che con il suo solido curriculum soprattutto al Theater an der Wien non può che creare la giusta attesa per la sua performance. A lei si alternerà Angela Nisi, voce d’elezione di direttori quali Tony Pappano, Gelmetti, Oren, Renzetti fra i tanti. Calaf vedrà sul palco il francese Amadi Lagha, già apprezzato nel ruolo a Trieste, e Carlo Ventre, scoperto da Riccardo Muti e già acclamato all’Opera di Vienna, in Scala e sui migliori palchi del globo. Le parti fondamentali per una buona resa di Ping, Pang e Pong saranno affidate ad un eccellente terzetto italiano, Nicolò Ceriani, Saverio Pugliese ed Enrico Iviglia. L’intero cast vocale vive, dunque, di questa alternanza tra giovani talenti e solide star, che è stata una delle cifre stilistiche di questa stagione e che promette di diventare una costante, etica ed estetica, di tutte le future scelte del direttore artistico Paolo Rodda.
 
Racconta il regista Davide Garattini Raimondi: “Un mondo diviso in due, dove il bianco e nero dividono la società, da una parte chi detta le leggi di vita e di morte e dall’altra chi resta ad osservare l’antico potere sgretolarsi come pezzi di vasi frantumati. Per ogni pezzo che cade la musica di Puccini racconta un’emozione, una storia e tra tante la più importante è quella della fragilità umana in tutte le sue sfaccettature. Questo mondo imperiale, che riporta ad una China onirica, fatta di vasi perfetti ma che ora si trovano come in bilico tra il restare ed il rompersi, ricorda la condizione della principessa Turandot che ha costruito una corazza intorno al suo cuore e al suo regno per non essere intaccata dal mondo esterno, così come la piccola Liù cerca nel sorriso di Calaf la riedificazione della sua libertà lontana dalle guerre. In quest’opera tutti amano; tutti i personaggi di questa fiaba esotica vivono questo sentimento come una possibile ricostruzione del proprio io, della propria storia e della propria salvezza, come se l’altro fosse un riscatto per il dolore subito”.
 
Commenta il Sovrintendente Giuliano Polo: “Turandot è uno dei titoli più amati dal nostro pubblico tanto che sin dall’annuncio è stato subito gettonatissimo al box office e credo che rispettare l’orizzonte d’attesa della città sia uno dei nostri doveri di operatori culturali sul territorio. Senza dimenticare che dobbiamo scaldare i motori per il 2024 quando cadrà l’importantissimo centenario pucciniano che vedrà impegnati nelle celebrazioni tutti i più importanti teatri del mondo, Italia in testa.”
 
 
A Venerdì 12 MAGGIO 2023 ore 20.30 
 
C Sabato 13 MAGGIO 2023 ore 20.30
 
D Domenica 14 MAGGIO 2023 ore 16.00 
 
B Venerdì 19 MAGGIO 2023 ore 20.30 
 
S Sabato 20 MAGGIO 2023 ore 16.00  
 
E Domenica 21 MAGGIO 2023 ore 16.00