Via Vasari, inaugurata la Casa di Accoglienza “Marana Tha”; può ospitare 24 persone residenti o cittadini dell’UE (VIDEO)
Il 19 novembre si è celebrata la settima edizione della Giornata Mondiale dei Poveri. L’iniziativa, proposta per la prima volta nel 2017, è stata voluta fortemente da Papa Francesco per sollecitare la Chiesa a “uscire dalle proprie mura per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui essa si manifesta nel mondo di oggi.” Il motto di quest’anno è ripreso dal libro di Tobia: «Non distogliere lo sguardo dal povero» e vuole rappresentare una provocazione per la comunità, civile ed ecclesiale, a essere attenta e accogliente verso quanti si trovano in situazione di povertà e disagio sociale. In tale cornice, la Diocesi di Trieste attraverso la Caritas diocesana ed in suo braccio operativo, la Fondazione diocesana Caritas Trieste onlus, hanno inaugurato oggi la ristrutturata Casa di Accoglienza “Marana Tha” alla presenza del Vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, dell’Assessore alle Politiche Sociali, dott. Massimo Tognolli, del Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRTrieste, dott. Francesco Prioglio e del direttore della Caritas diocesana, don Alessandro Amodeo. Aperta durante la pandemia per garantire l’isolamento fiduciario alle persone senza dimora della nostra città, è stata poi spostata provvisoriamente per permettere i lavori di ristrutturazione che si sono svolti grazie al supporto della Fondazione CRTrieste e del Fondo 8x1000 della Conferenza Episcopale Italiana. La struttura si inserisce nel sistema di accoglienza per persone senza dimora del Comune di Trieste che attualmente garantisce quasi 200 posti H24 durante tutto l’anno. In particolare Casa “Marana Tha” può ospitare 24 persone residenti o cittadini dell’Unione Europea. Il fenomeno delle persone senza dimora non è trascurabile nella città di Trieste. Coinvolge quanti perdono la casa per uno sfratto, una separazione, un evento improvviso come un incendio o chi non riesce a trovare un alloggio perché ha un lavoro precario o mal pagato o per la diffidenza che la propria provenienza crea nei proprietari di case. Nel 2022 le persone residenti che hanno vissuto un disagio abitativo tale per cui sono state accolte in una struttura di accoglienza sono state 388 mentre da gennaio a settembre di quest’anno sono state già accolte 283 persone. Rispetto ai dati 2023, nel 65% dei casi si tratta di residenti italiani o comunitari, in prevalenza maschi anche se si registra una presenza femminile elevata (37%). Quasi la metà degli accolti sono nuclei familiari con minori e bisogni complessi ma vi è anche un 33% di persone over 55 che difficilmente riusciranno a raggiungere un’indipendenza che gli permetta una soluzione alloggiativa autonoma. Per far fronte al fenomeno, oltre alla Fondazione diocesana Caritas Trieste, lavora una rete di realtà del terzo settore, come la Comunità di San Martino al Campo e la Cooperativa Lybra, coordinate dal Servizio Sociale del Comune di Trieste.