Scontri al CPR di Gradisca, la Polizia interviene: 5 tunisini arrestati per violenze e saccheggi

Scontri al CPR di Gradisca, la Polizia interviene: 5 tunisini arrestati per violenze e saccheggi

La Polizia di Stato di Gorizia ha tratto in arresto 5 cittadini tunisini in relazione ai gravi disordini che hanno interessato il C.P.R. di Gradisca d’Isonzo (GO) nella serata del 21 gennaio scorso, circostanza nella quale sono rimasti feriti alcuni operatori delle forze dell’ordine poste a presidio della struttura ministeriale.

L’attività, posta in essere dalla Squadra Mobile della Questura di Gorizia non appena conclusisi gli eventi, è stata condotta mediante la disamina delle immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza della struttura, che sono state comparate con i rilievi della Polizia Scientifica e con le ricostruzioni dei fatti operate dai presenti, consentendo di identificare compiutamente i principali responsabili dei delitti.

Nel primo pomeriggio del 23 gennaio, ultimate le verifiche di rito, due cittadini tunisini di 19 e 25 anni sono pertanto stati raggiunti presso il C.P.R. isontino, dove sono stati tratti in arresto per i delitti di devastazione e saccheggio, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

Contestualmente, tre connazionali di 27, 40 e 32 anni sono stati raggiunti dagli operatori della Questura di Gorizia presso il C.P.R. di Milo-Trapani, dove erano stati nel frattempo trasferiti, venendo arrestati a loro volta per le medesime fattispecie di reato.

Le misure sono state adottate attraverso il ricorso alla flagranza c.d. “differita”, istituto previsto dal Testo Unico sull’immigrazione che consente di procedere all’arresto, nelle 48 ore successive ai fatti, di coloro che, anche sulla base di documentazione video o fotografica, risultino autori di reati compiuti con violenza sulle persone o sulle cose all’interno dei centri per i rimpatri.

Nella giornata del 27 gennaio successivo, tutti gli arresti sono stati convalidati e, nei confronti degli interessati, è stata applicata, dal Giudice per le indagini preliminari, la misura della custodia cautelare in carcere.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, proseguono allo scopo di individuare gli ulteriori autori dei reati.

Si evidenzia che per i fatti sopracitati è stato aperto un procedimento penale attualmente pendente nella fase delle indagini preliminari e che vige la presunzione di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato.