Recuperata una rete fantasma nel fondale di Grignano: trappola mortale per la vita marina
È stata rimossa dal fondale antistante il Porticciolo di Grignano una pericolosa rete da pesca abbandonata lunga oltre cento metri, che da tempo minacciava la fauna marina locale, intrappolando saraghi, castagnole, granchi, astici e altri piccoli organismi. L’operazione di recupero si è svolta nel pomeriggio di sabato 6 luglio 2025, grazie a un’azione coordinata e altamente specializzata.
Un salvataggio delicato ed efficace, guidato da subacquei esperti
A guidare l’intervento è stato Massimiliano Licen, presidente dell’A.S.D. Sub Sea di Trieste, affiancato da tecnici e subacquei esperti, che si sono immersi con attenzione dopo una fase preparatoria di mappatura. I sub, agendo con estrema cautela, hanno liberato tutti gli animali marini ancora vivi, rimasti intrappolati nella rete fantasma, restituendoli al loro ambiente naturale.
Successivamente, la rete è stata ripulita dai resti di animali morti, agganciata a palloni di sollevamento e rimossa dal fondale, per poi essere issata a bordo di una delle imbarcazioni d’appoggio e trasportata a riva per lo smaltimento in sicurezza, grazie alla collaborazione di AcegasApsAmga.
Un’operazione congiunta tra enti, associazioni e forze dell’ordine
L’intervento è stato promosso e organizzato dall’Area Marina Protetta di Miramare con il supporto operativo di Lifegate, e in collaborazione con il Comitato Regionale Fipsas FVG, l’Associazione L’Altritalia Ambiente, il Sub Sea Club, il Circolo Subacqueo Ghisleri, la Capitaneria di Porto di Trieste, la Guardia di Finanza e il Comune di Trieste.
Nonostante le dimensioni imponenti della rete (circa 150 metri quadrati), tutte le manovre sono state eseguite in piena sicurezza. “Per questo tipo di operazioni è indispensabile una preparazione tecnica adeguata – ha spiegato Licen –. Solo subacquei esperti possono affrontare in sicurezza un recupero così complesso”.
Un nemico invisibile: le reti abbandonate
Il vicepresidente del Comitato Regionale Fipsas, Gianluca Coidessa, ha sottolineato l’efficacia dell’intervento, avviato tempestivamente subito dopo l’individuazione della rete. Saul Ciriaco, responsabile delle attività a mare dell’Area Marina Protetta di Miramare, ha ricordato l’impatto devastante delle attrezzature da pesca dismesse, capaci di trasformarsi in trappole mortali costantemente attive, soprattutto quando le correnti le spostano rendendole incontrollabili. Il materiale sintetico, inoltre, si degrada in microplastiche pericolose per l’intero ecosistema.
Un appello alla cittadinanza: segnalare, proteggere, custodire
Adriano Toffoli, consigliere nazionale dell’associazione ambientale L’Altritalia Ambiente, ha lanciato un appello alla sensibilità collettiva: “Serve un impegno comune tra istituzioni, associazioni, cittadini e turisti. Ognuno può diventare custode del Mare segnalando la presenza di rifiuti pericolosi”.
Trieste esempio virtuoso di sinergia per la tutela del mare
L’intervento rappresenta un eccellente esempio di sinergia tra realtà pubbliche, private e di volontariato, mosse da un obiettivo comune: preservare la salute del nostro mare e proteggere la biodiversità. Un’iniziativa concreta e replicabile, che dimostra come l’azione coordinata e tempestiva possa fare la differenza nella tutela dell’ambiente.