Quarto Grado, caso Liliana Resinovich: fine della “barzelletta” del suicidio?
La puntata di venerdì di Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi su Retequattro, ha riportato l’attenzione sul misterioso caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a Trieste nel gennaio 2022. L’avvocato Nicodemo Gentile, ospite della trasmissione, ha ribadito con forza che l'ipotesi di suicidio appare sempre più inconsistente, lasciando spazio alla convinzione di trovarsi davanti a un omicidio pianificato e brutale.
Un’aggressione alle spalle e un assassino ancora libero
"Qui abbiamo un’aggressione che i medici ipotizzano essere avvenuta alle spalle. Questo conferma la presenza di un assassino libero, come abbiamo sempre sostenuto", ha dichiarato Gentile. Pur non avendo accesso diretto alle indiscrezioni della dottoressa Cristina Cattaneo, incaricata dell’autopsia, l’avvocato ha ricordato l'affidabilità di professionisti come i professori Baresani, Fineschi e Bacci, descrivendoli come figure di assoluta serietà e competenza.
L’ipotesi di un'aggressione fisica è rafforzata dagli elementi analizzati nel corso delle indagini, ma Gentile sottolinea che solo un ulteriore approfondimento investigativo potrà far emergere dettagli decisivi.
Un atto vile e premeditato
Gentile ha sottolineato con durezza la gravità dell'atto, definendo il presunto assassino "non solo un omicida, ma anche un vigliacco". "Sopraffare una donna come Liliana, che pesava appena 40-42 chili, è un gesto vile e crudele. Liliana era una persona mite, una donna perbene che non dava fastidio a nessuno."
Queste parole non solo evidenziano la brutalità del presunto crimine, ma richiamano anche l’attenzione sull’umanità della vittima, una donna ricordata con affetto dalla comunità triestina.
Gli indizi: sacchi neri, cordino e una messa in scena
Le analisi sul caso indicano una messa in scena deliberata del crimine. Elementi come i sacchi neri in cui è stato trovato il corpo, il cordino usato e il luogo del ritrovamento portano l’avvocato a parlare di uno staging studiato per sviare le indagini. "Se riusciamo a capire chi ha portato i sacchi, il cordino e gli altri oggetti da casa sua al bosco, troveremo l’assassino", ha aggiunto Gentile.
Un dettaglio chiave emerso riguarda il cordino, che sarebbe compatibile con quelli presenti nell’abitazione di Liliana. Tuttavia, Gentile ha voluto precisare: "Questo non significa che Sebastiano Visintin, marito di Liliana, sia necessariamente coinvolto. Ogni aspetto va analizzato con attenzione e le responsabilità vanno accertate con le prove."
Questi indizi, uniti alla precisa collocazione degli oggetti sulla scena, suggeriscono un lavoro organizzato, ma lasciano ancora spazio a interrogativi cruciali che gli investigatori devono risolvere.
Critiche alla lentezza delle indagini
Non sono mancate critiche alla gestione delle indagini. Gentile ha definito il lavoro della procura "pigro", accusando gli inquirenti di aver tardato nell’analisi dei tanti elementi a disposizione. "Se nelle carte ci sono informazioni decisive, vanno sfruttate. È tempo che si passi dalle ipotesi alle azioni concrete."
A questo proposito, Gentile ha anche evidenziato che il contributo di esperti come il professor Fineschi potrebbe risultare fondamentale per accelerare i progressi del caso.
Una possibile svolta imminente
L’avvocato ha poi sottolineato che, qualora fosse confermata l'ipotesi di omicidio, si tratterebbe di una svolta decisiva. "Siamo rimasti bloccati per tre anni nel dibattito suicidio o omicidio. Ora bisogna concentrarsi su chi ha commesso il fatto. Individuare il colpevole potrebbe essere più semplice del previsto, se gli indizi vengono seguiti con attenzione."
Gentile ha ribadito l'importanza di far luce su ogni dettaglio, sottolineando che il superamento di questo primo step è cruciale per ottenere giustizia per Liliana.
Un caso che tiene Trieste con il fiato sospeso
Le dichiarazioni di Gentile hanno riacceso il dibattito pubblico su un caso che ha scosso profondamente Trieste e tutta l’Italia. Liliana Resinovich è ricordata come una persona mite e stimata, e il desiderio di giustizia per la sua tragica morte rimane forte. La speranza è che le indagini possano finalmente portare a una verità chiara, garantendo che chi ha commesso un crimine così vile non resti impunito.
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