No Ovovia furibondi: 'Sindaco in delirio di onnipotenza'

No Ovovia furibondi: 'Sindaco in delirio di onnipotenza'

«Il progetto della cabinovia verrà ricordato nella storia della città come esempio dell’arroganza, della prevaricazione e della mancanza di trasparenza dell’azione pubblica - così William Starc, coordinatore del Comitato NO ovovia, commenta le vicende susseguitesi nelle ultime settimane relativamente al progetto -. Dopo quasi tre mesi dal pronunciamento del TAR, l’unico a parlare dell’ovovia è il Sindaco, che ha ritenuto di avocare a sé tutta la regia, ritenendo che il suo ruolo istituzionale gli consentirà di superare gli ostacoli giuridici amministrativi che hanno fermato il progetto. Le urgenze della città però sono ben altre, e questa farsa è andata avanti troppo a lungo, bloccando risorse fondamentali». 

 

«La recente deliberazione di variazione del Bilancio è finalizzata a coprire le spese per l'opera: perduti colpevolmente i fondi del PNRR, il rincalzo promesso da Salvini arriverebbe tardi e a rate lunghissime - prosegue il Comitato -. La manovra tappa provvisoriamente i buchi con un complesso lavoro di taglia e cuci tra i vari capitoli di spesa, a scapito dei finanziamenti delle opere pubbliche, per mettere al riparo da possibili procedimenti di danno erariale tutti coloro che hanno firmato gli atti di spesa. Il viaggio a Roma del Sindaco per chiedere al Ministro l'improbabile anticipazione al prossimo anno dei fondi per la cabinovia è solo l'ennesimo tentativo di prendere tempo: il finanziamento dell'opera non sarebbe comunque sufficiente a sbloccare la situazione, senza risolvere il nodo cruciale della Variante 12». 

 

Ma la questione economica è ancora più intricata: «Quando si parla dei costi dell’ovovia si fa riferimento al Quadro economico approvato nella primavera del 2023, e nel frattempo i costi sono lievitati - spiega il Comitato -. Già allora, per coprire i costi di costruzione il Comune ha dovuto chiedere stanziamenti a un fondo messo a disposizione dal Governo che integrava il PNRR, ma queste risorse sono ancora disponibili? Questo dubbio lo ha anche il Comune, che nella delibera fa cenno alla necessità di un'apposita verifica al Ministero competente. È evidente che la spesa da sostenere a carico del Bilancio comunale potrebbe essere di gran lunga superiore a quella oggi presunta. Un altro fattore di incertezza sul finanziamento è dato dal ricorso pendente presso il TAR del Lazio con cui l’avvocato dei residenti denuncia l’illegittimità del Decreto Salvini. Sul versante contrattuale, il tempo trascorso dalla firma con la ditta Leitner unitamente alle sentenze del Tribunale Amministrativo renderebbe necessario rivedere tutta la tempistica allora prospettata. Il rischio è di non poter neanche ricorrere alla salvifica clausula d’uscita, pagando in toto le penali». 

 

L'Amministrazione si trova di fronte a una decisione sul percorso da seguire, ricorda il Comitato: «Sorprende questa ostinazione nel non voler prendere atto delle conseguenze che le sentenze hanno sui procedimenti avviati fino ad oggi: Variante n.12, progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE), misure di compensazione sono tutti bloccati e sono seccamente bocciate la Vinca e la VAS. Le scelte sono due: o si ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tribunale amministrativo, sperando in una quasi impossibile vittoria che faccia rivivere la Variante 12, ma i tempi sono lunghissimi; o si ricomincia tutta la procedura, VINCA e VAS comprese, con tutto ciò che questo comporta. Possibile che neanche le Avvocature dei due enti coinvolti siano riuscite a individuare una via di uscita soddisfacente dall'impasse?». 

 

A fronte di questa analisi, il Comitato pone delle domande al Sindaco, nuovo referente unico per la Cabinovia, e ribadisce la sua disponibilità a un confronto pubblico:

 

1) come si intende procedere con la deliberazione per l’approvazione della Variante n.12, sospesa dopo due mesi di sedute del Consiglio Comunale e di cui nessuno parla?

 

2) qual è la reale spesa aggiornata ad oggi da sostenere per l’attuazione del progetto?

 

3) l’opera può ancora accedere al FOI? Considerando che per farlo l’opera appaltata deve essere indifferibile, dopo la bocciatura al TAR e la perdita PNRR può ancora definirsi tale?

 

4) dove sarebbero recuperati i fondi necessari a coprire la spesa e a carico di quali voci di bilancio comunale qualora il MIT non confermasse il fondo di 13 milioni del FOI?

 

5) l’amministrazione comunale ha provveduto a informare la COSTIM, soggetto proponente la trasformazione del Porto Vecchio, che il progetto della Cabinovia è stato bloccato dal TAR?

 

«Un quadro estremamente preoccupante - secondo il Comitato - in quanto esige, nell'ordine: il superamento di un divieto assoluto di costruzione posto dalla legge e certificato da una sentenza del tribunale, il reperimento di risorse in misura consistente anche se ancora indefinita, la soluzione di problematiche contrattuali che con lo scorrere del tempo si fanno sempre più complesse. Un ginepraio, insomma, causato da una gestione sconsiderata dei procedimenti avviati in assoluta mancanza di rispetto della legge. È venuto il momento di evidenziare le responsabilità per come sono andate le cose, prendendo atto che non sussistono più le condizioni per portare avanti questo progetto impattante, insostenibile, insicuro, inutile, illegittimo, e mettere in atto tutto ciò che serve per chiudere il procedimento ancora in corso. Bisogna farlo alla luce del sole e avere l’umiltà e la modestia di chiedere scusa alla città, visto che non solo si sono persi finanziamenti importanti ma sono state anche impegnate risorse umane e finanziarie comunali consistenti per 4 anni, senza arrivare ad alcun risultato, e soprattutto non si è tenuto minimamente conto della contrarietà della maggioranza dei triestini. Qualora il Sindaco continuasse a sostenere di essere nel giusto nel perseguire la realizzazione del progetto, abbia il coraggio di tradurre in realtà l’annuncio fatto e promuovere non un “mezzo” referendum, ma uno vero, dando così voce a quella che lui definisce la “sua città”, riconoscendo finalmente ai cittadini di Trieste, in quanto potenziali fruitori e ora anche contribuenti, il diritto di esprimere un giudizio sull'’opera proposta».