Il porto di Trieste si prepara alle nuove minacce: esercitazione coordinata contro rischi ibridi

Il porto di Trieste si prepara alle nuove minacce: esercitazione coordinata contro rischi ibridi

Il porto di Trieste, infrastruttura strategica di rilevanza nazionale e internazionale, è stato teatro nella mattinata odierna di un’esercitazione di security ad alta intensità, coordinata dalla Capitaneria di porto in stretta collaborazione con la Polizia di Frontiera Marittima. Un’attività pianificata e condotta in piena aderenza al Programma Nazionale di Sicurezza Marittima, con l’obiettivo di testare la tenuta del sistema di sicurezza di fronte a scenari complessi e attuali.

Lo scenario simulato: droni e avvicinamenti sospetti

L’esercitazione si è svolta nell’area del Porto Franco Oli Minerali, uno dei nodi più sensibili dell’intero scalo giuliano. Lo scenario ipotizzato ha previsto la presenza di più droni sospetti in sorvolo sugli impianti petroliferi, accompagnata dall’avvicinamento di un gommone con tre persone a bordo. Una simulazione che riproduce minacce ibride, oggi sempre più centrali nei protocolli di sicurezza dei grandi porti europei.

Attivate le procedure dei Piani di sicurezza

A fronte della minaccia simulata, le strutture coinvolte hanno attivato immediatamente le procedure previste dai rispettivi Piani di sicurezza, verificando la capacità di risposta coordinata tra impianti portuali, autorità marittime e forze di polizia. La Sala Operativa della Capitaneria di porto, in costante raccordo con la Polizia di Frontiera Marittima, ha valutato il livello di rischio e disposto l’impiego delle unità navali disponibili, testando tempi di reazione e flussi informativi.

Livello di security 3: massima attenzione sul Porto Franco

Su indicazione dell’Autorità di sicurezza del porto, in qualità di Autorità Designata, e con il parere favorevole della Prefettura, è stato deciso di applicare temporaneamente le misure previste dal livello di security 3 (SL3) per la macroarea del Porto Franco Oli Minerali e per gli impianti portuali interessati. Un passaggio significativo, che rappresenta il massimo livello di attenzione previsto dai protocolli internazionali in caso di minaccia grave e imminente.

Un sistema che risponde in modo integrato

All’esercitazione hanno preso parte numerosi attori istituzionali e operativi: Capitaneria di porto, Polizia di Frontiera Marittima, Guardia di Finanza, Autorità di Sistema Portuale, l’Istituto di Vigilanza “Servizio Diurno Notturno” e i terminal SIOT, Seastock e Gala Logistica. Una partecipazione ampia, che testimonia l’importanza del lavoro di squadra nella protezione di un’infrastruttura complessa come il porto di Trieste.

Test superato: comunicazioni, risorse e prontezza operativa

L’attività ha permesso di verificare con esito positivo l’efficacia delle comunicazioni, la capacità di coordinamento tra i vari soggetti, la disponibilità delle risorse e la prontezza operativa del sistema di sicurezza portuale. Un banco di prova fondamentale per individuare eventuali criticità e rafforzare ulteriormente i meccanismi di risposta.

Trieste, un porto che guarda avanti

L’esercitazione conferma come il porto di Trieste non sia solo una piattaforma logistica di primo piano, ma anche un sistema avanzato di sicurezza, capace di adattarsi a minacce in evoluzione. In un contesto geopolitico e tecnologico sempre più complesso, la prevenzione e l’addestramento diventano strumenti essenziali per garantire continuità operativa, sicurezza e affidabilità.