Garlasco, l’avvocato di Sempio a Mattino Cinque: “Non c’è nulla di anomalo, si stava solo documentando”
Si torna a parlare del caso Garlasco a Mattino Cinque, la trasmissione di Canale 5 condotta da Federica Panicucci. Nella puntata andata in onda nella mattinata di lunedì 6 ottobre, al centro dell’attenzione è finito nuovamente Andrea Sempio, l’amico di Chiara Poggi indicato in passato da alcuni come possibile figura chiave nell’inchiesta, e oggi tornato sotto i riflettori per alcuni oggetti rinvenuti nella sua abitazione.
In studio, collegato in diretta, l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha risposto alle domande dei conduttori in merito ai materiali ritrovati durante le indagini, tra cui alcuni bigliettini manoscritti e una lettera del nipote di Flavius Savu, detenuto a Torre del Gallo.
“Non mi risulta ci fosse alcun memoriale – ha esordito Lovati – quello di Savu è conservato in carcere, non a casa del mio assistito”.
La conduttrice ha poi mostrato un elenco di oggetti e appunti trovati a casa di Sempio, in particolare un foglietto con su scritto “118 stesa sul pavimento in fondo scala Stasi, chiamata ai carabinieri 12.13”.
Un dettaglio che ha lasciato perplessi i presenti in studio: “È strano scrivere qualcosa di simile, no?”, ha osservato la Panicucci.
Lovati ha replicato con fermezza: “Non c’è nulla di strano. Sempio era indagato per omicidio e si documentava. Si comportava da investigatore di se stesso, cercava di capire e annotava ciò che leggeva sui giornali o negli atti. Tutto qui”.
Un comportamento che il legale definisce “assolutamente normale in chi si trova al centro di un’indagine”. Tuttavia, il dibattito in studio ha mostrato come la vicenda continui ad alimentare dubbi, interrogativi e ricostruzioni contrastanti, anche a distanza di anni dalla tragedia di via Pascoli.
Il caso Garlasco, che nel 2007 sconvolse l’Italia intera con la morte di Chiara Poggi, rimane tuttora uno dei misteri più complessi della cronaca nera italiana. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, la discussione pubblica non si è mai spenta, e ogni nuovo dettaglio – come nel caso del bigliettino ritrovato – riapre interrogativi e sospetti che sembravano ormai sopiti.