Fratello Sergio Resinovich: ""Sebastiano non ha mai lavorato, sempre mantenuto da Lilly"
Mentre la polizia di Trieste sta analizzando i tantissimi oggetti che sono stati sequestrati nell'abitazione di Sebastiano Visintin - in particolare un maglione giallo e guanti di colore arancione indossati nel giorno della scomparsa della moglie Liliana Resinovich - nessun provvedimento e' stato ancora preso dagli inquirenti nei suoi confronti. Da Foro Ulpiano dove si trovano tribunale e procura giuliana, non trapela alcuna indiscrezione, mentre si apprende dai legali difensori di Visintin - ora indagato per l'omicidio volontario della moglie - che non sarebbe stata emessa alcuna convocazione per un interrogatorio del loro assistito. Sebastiano intanto si e' chiuso in queste ore un insolito riserbo e da ieri ha risposto soltanto a pochissime persone tra le tante che lo hanno cercato, giornalisti soprattutto, senza rivelare pero' quando ha intenzione di far ritorno a Trieste da Tarvisio dove ha trascorso il week-end. Intanto davanti alla sua abitazione nel rione di San Giovanni stazionano a tratti giornalisti e operatori televisivi nella speranza di intercettarlo e intervistarlo. A parlare invece e' stato il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, convinto che il movente della morte della sorella, sia soprattutto economico. "Sebastiano - ha detto al Gr 3 del Fvg - non ha mai lavorato, e' stato mantenuto da mia sorella per tutta la vita e quindi non voleva assolutamente che lei andasse via da casa". (AGI)Ts1/Lil
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