Badante triestina precisa: “Contratto regolare, mio sfogo contro un sistema che non tutela nessuno”
Dopo l’ampio riscontro ottenuto dal suo toccante sfogo pubblicato da Trieste Cafe, la badante triestina protagonista della vicenda è tornata a parlare per chiarire alcuni punti fondamentali, a seguito dei numerosi commenti e interpretazioni sorte online.
“Vi ringrazio per l’articolo che avete scritto, ma leggendo i commenti mi sono resa conto che ho scatenato un caos”, ha dichiarato la donna, sottolineando che “il mio è un contratto assolutamente legale, a tempo indeterminato, e sono nata a Trieste”. Una precisazione importante, rivolta a quanti avevano sollevato dubbi sulla regolarità del rapporto di lavoro.
La badante tiene inoltre a evidenziare che “il mio datore di lavoro è una persona corretta, che paga contributi, tasse, Inps e Inail per il mio lavoro”, e che l’attività non è in alcun modo svolta tramite partita IVA. “Non volevo attaccare il datore di lavoro, ma un sistema che è sbagliato”, ha ribadito.
Secondo la lavoratrice, la mancanza di tutele per chi opera nell’assistenza domiciliare rappresenta una criticità che colpisce non solo gli operatori, ma anche le famiglie. “Il lavoro che svolgiamo noi badanti non è tutelato come dovrebbe essere, e questo penalizza sia noi che le famiglie che cercano di tutelare i propri cari, permettendo loro di restare a casa, tra i propri affetti, invece che in strutture, che pur adeguate, possono risultare stressanti e costose”.
Un chiarimento che arriva con il tono pacato ma fermo di chi, oltre a raccontare la propria storia, vuole accendere un faro su una realtà spesso invisibile ma fondamentale per la tenuta sociale del Paese.