Alga tossica nel golfo di Trieste,un rischio anche inalarla
Ultimi bagni di quest'estate 2023 a rischio per gli amanti delle piccole baie triestine. Osservata speciale in questi giorni è in particolare la località Canovella degli Zoppoli a Duino Aurisina, nel golfo di Trieste, dove è stata rilevata la presenza di un'alga tossica, la Ostreopsis ovata. Un secondo campionamento dell'Arpa, come ha già spiegato la Regione Friuli Venezia Giulia, sarà determinante per capire se la balneazione potrà ancora essere consentita o se l'area dovrà essere interdetta. Per essere contaminati infatti non è necessario immergersi: le sue tossine possono essere presenti anche nell'aerosol. Pertanto un rischio lo corre anche chi rimane sul bagnasciuga. Le conseguenze sono lievi, ma consistono in disturbi respiratori con riniti, faringiti, laringiti e congiuntiviti talvolta accompagnate da febbre, nausea o vomito. La prima volta che l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale rilevò nel golfo di Trieste la fioritura dell'Ostreopsis ovata era il 2009. "Non era un'alga indigena, presumibilmente proveniva da fuori", spiega Marina Cabrini, biologa marina associata all'Ogs. Fu trovata sempre in località Canovella, perché questa specie "predilige litorali rocciosi e baie chiuse". "Nel 2009 la trovammo a fine settembre, quando il mare aveva temperature più basse rispetto alle attuali". Ma, ci tiene a precisare la biologa, "non si può al momento prevedere con anticipo i suoi tempi di fioritura": "quello che si può fare è raccogliere lunghe serie di dati nel tempo per monitorare il fenomeno". Questa microalga, spiega Cabrini, è invisibile a occhio nudo. "Quando si sviluppa crea una pellicola marroncina, questa è visibile, e prolifera". Dopo la segnalazione del 2009 al ministero dell'Ambiente, monitoraggi ad hoc sono stati effettuati ogni anno dal 2010, puntualizza la ricercatrice. La stessa alga è stata individuata negli anni "anche ad Ancona e in Liguria". Il database dell'Ogs raccoglie dati su una stazione localizzata nell'area marina protetta di Trieste dagli anni 80 ed è uno dei più longevi a disposizione in Italia. Fino al 2009 non c'è traccia di quest'alga. "Si tratta di una nuova minaccia, che potrebbe essere arrivata nel golfo tramite l'acqua di zavorra delle navi che giungono in porto". Ma dire con precisione da dove arriva è complicato, "perché non esiste una biogeografia delle alghe marine". Quel che invece è certo, conclude, è che la Ostreopsis ovata è "problematica perché è presente anche nell'aerosol. Pertanto non rischia di essere contaminato solo chi si immerge ma anche chi prende il sole lungo il bagnasciuga. Le conseguenze non sono gravi, ma è bene che andare al mare sia sempre sicuro e non comporti rischi per nessuno". (ANSA). FMS