Via Torino: mendicante trascina cane ferito in un locale, intervengono i Carabinieri

Via Torino: mendicante trascina cane ferito in un locale, intervengono i Carabinieri

Ieri sera, domenica 2 marzo, una scena straziante ha scosso i clienti di un locale di via Torino. Un uomo di circa cinquant’anni, descritto come un mendicante, è entrato nel locale trascinando con sé un cane visibilmente ferito e denutrito. L’animale, identificato con il nome di Maya, presentava macchie di sangue sulla pelle e segni evidenti di sofferenza.

Secondo quanto riportato da alcuni testimoni, l’uomo chiedeva soldi ai clienti, ma è stato l’aspetto del cane a suscitare indignazione. Una giovane di 22 anni, di nome Alexa, presente nel locale, non ha potuto ignorare la scena e ha invitato l’uomo ad allontanarsi, sottolineando le gravi condizioni di salute dell’animale. Ne è nato un acceso diverbio, durante il quale l’uomo ha risposto in maniera veemente, dichiarando: “Maya è mia figlia, nessuno può prenderla da me!”.

Allarmata per lo stato del cane, Alexa ha deciso di contattare immediatamente i Carabinieri. Gli agenti, giunti sul posto nel giro di quindici minuti, hanno preso in custodia l’animale, che è stato trasferito in una struttura adeguata per ricevere le cure necessarie. Al momento non sono note le condizioni di salute aggiornate di Maya né eventuali provvedimenti adottati nei confronti del proprietario.

Il fenomeno dello sfruttamento degli animali per l’elemosina

L’episodio riaccende il dibattito sul fenomeno dello sfruttamento degli animali da parte dei mendicanti, una pratica diffusa in molte città italiane e spesso difficile da contrastare. Numerose associazioni animaliste denunciano da tempo la necessità di un maggiore coordinamento tra enti locali e forze dell’ordine per prevenire e reprimere casi di maltrattamento come quello avvenuto ieri sera.

Un sincero ringraziamento è stato espresso dai testimoni presenti alla giovane Alexa per la prontezza nell’agire e ai Carabinieri per l’intervento tempestivo.

L’episodio è stato raccontato alla nostra redazione da Farid Achakdi, giornalista marocchino presente nel locale al momento dei fatti.

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