Oggi è la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti
Ad aprile del 2018 si calcolava fossero circa 26 mila i cittadini di origine Rom e Sinti che vivevano in baraccopoli e in emergenza abitativa nel nostro Paese, pari allo 00,4% della popolazione italiana, a fronte di un totale stimato compreso tra le 120 e 180 mila presenze. Dato, quest'ultimo, raccolto allora sul campo dall'Associazione 21 luglio, una onlus che opera nel campo della lotta alla discriminazione, e reso noto nel corso della presentazione in Senato del Rapporto Annuale 2017 dell'Associazione in occasione della Giornata internazionale dell'8 aprile di quell'anno. A meta' del 2018 l'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, annuncio' un censimento dei Rom in Italia per espellere quelli stranieri ritenuti irregolari, ma le associazioni in difesa delle comunita' nomadi insorsero, affermando che "un censimento su base etnica non e' consentito dalla legge, perche' discriminatorio". In particolare, l'Associazione 21 Luglio all'epoca cito' diversi precedenti degli ultimi anni: il primo del 2009, quando con una sentenza il Tar del Lazio annullo' il provvedimento adottato su disposizione dell'allora ministro Maroni, nel corso della cosiddetta "emergenza nomadi". Nel 2011, a confermare la sentenza fu poi il Consiglio di Stato, che decreto' l'insussistenza dell'emergenza nomadi. Il censimento viola i principi generali in materia di liberta' personale ed e' discriminatorio, secondo l'articolo 43 del testo unico sull'immigrazione e l'articolo 2 comma 1 del decreto legislativo del 2003. Quest'ultimo e' anche la trasposizione in Italia della direttiva Ue del 2000, che sancisce il divieto di discriminazione tra persone, indipendentemente dalla razza e dall'appartenenza etnica. Infine, nel 2013 lo Stato fu condannato per la "fotosegnalazione" di un cittadino italiano di etnia Rom con una sentenza del tribunale civile di Roma, che diede ragione a Elviz Salkanovic, censito tre anni prima nell'ambito della "emergenza nomadi".
Secondo i dati piu' recenti, diffusi dal Consiglio d'Europa, la presenza di Rom, Sinti e Caminanti in Italia si aggira tra le 130 mila e le 180 mila persone (dati riferiti al 2018) e soltanto il 3% della presenza Rom sarebbe "effettivamente nomade", mentre almeno una meta' del totale avrebbe la cittadinanza italiana. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la presenza piu' importante, stando ai dati dell'Istat diffusi nel 2019, e' segnalata nelle regioni del Nord-Ovest e del Centro: di questi, oltre il 72% sono in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Toscana. In particolare negli insediamenti di Roma si registra una presenza di 6.559 persone, mentre a Napoli e' di 2.590 e a Torino 2.279. Il numero degli insediamenti considerati 'istituzionali' ammonta a 127, distribuiti in 74 Comuni, con 15 mila persone al loro interno, di cui oltre la meta' e' rappresentata da minori. Almeno altre 10 mila persone pero' vivono in campi non autorizzati. Stando alla mappatura realizzata nel 2017 dall'Associazione 21 Luglio, sarebbero state circa 26 mila le persone della comunita' Rom, Sinti e Caminanti che avrebbero vissuto in emergenza abitativa. Dati in decrescita rispetto ai 28 mila del 2016, conseguenza da una parte di uno 'spostamento' di alcuni di loro all'interno di immobili occupati e, dall'altro, al loro trasferimento verso altri Paesi europei.
In Italia sarebbero 11 i gruppi d'appartenenza: i Rom Lovari, i Rom Kalderasa, i Rom Rudari, i Rom Khorakhana, i Rom Kanjarja, i Rom del Sud (tra Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria, presenti anche in Lazio), i Sinti, i Kaulja, i Sufi, i Caminanti, i Carner. Secondo Amnesty International, al 2019, in Italia circa 25 mila persone di etnia rom vivevano in "baraccopoli istituzionali", cioe' i campi autorizzati, e in "baraccopoli informali". Dei cosiddetti "istituzionali", se ne contano 127, presenti in ben 74 Comuni e al loro interno vivono circa 15 mila persone, oltre la meta' minorenni, di cui il 45% con cittadinanza italiana. Tuttavia, secondo il "country profile" aggiornato e pubblicato a marzo 2019 sullo Statelessness Index a cura del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) e dello European Network on Statelessness (Ens), in Italia sono tra 3 mila e le 15 mila le persone appartenenti alla comunita' Rom ancora a rischio di essere apolidi mentre "non e' stato fatto abbastanza per proteggere i loro diritti". Tanto che a febbraio del 2023 il Consiglio d'Europa e' tornato a sollecitare l'Italia affinche' aumenti garanzie e protezione nei loro confronti. (AGI)Rm3/Gip