Gestore locale: "Divieto alcol e chiusura anticipata? "Non è soluzione, serve vera tutela per i cittadini"

Gestore locale: "Divieto alcol e chiusura anticipata? "Non è soluzione, serve vera tutela per i cittadini"

Le nuove restrizioni in piazza Libertà e nelle aree circostanti, che prevedono la chiusura anticipata dei bar e il divieto di vendita di alcolici nelle ore notturne, hanno suscitato numerose reazioni tra i commercianti del centro di Trieste. Tra questi, un gestore di un locale ha espresso la propria opinione sui social, definendo le misure "un passo avanti, ma non la soluzione".

“Non tutti i problemi sono causati dall'alcol”

Secondo il gestore, il problema della sicurezza e del disturbo della quiete pubblica non è sempre legato all'alcol: “Quelli che fanno casini non sono tutti ubriachi… quindi chiudere le attività di bar non serve più di tanto,” afferma, sottolineando che queste misure rischiano di penalizzare ingiustamente i commercianti, che si trovano a subire le conseguenze di comportamenti non sempre legati al consumo di alcol. "Creando anche danno al commerciante che non ha colpa," aggiunge, puntando il dito contro una politica che ritiene inefficace.

Responsabilità del commerciante e necessità di leggi più efficaci

Il gestore suggerisce che i baristi dovrebbero avere la responsabilità di rifiutare l'alcol ai clienti già in evidente stato di ebbrezza, contribuendo così a evitare situazioni di rischio. Tuttavia, sottolinea che la vera soluzione andrebbe cercata attraverso un intervento governativo più incisivo: “Bisogna che il governo cambi le leggi a tutela dei cittadini.” Secondo lui, servono normative che colpiscano direttamente chi provoca disordini, prevedendo sanzioni più severe e mirate.

Punizioni adeguate in base alla gravità del problema

Il commerciante propone anche soluzioni concrete per affrontare il problema: “Chi fa casino grave, se straniero va rimandato a casa, se italiano va messo in carcere… in base all'entità del problema che causa il malvivente va trovata una soluzione.” Tra le misure suggerite, cita lavori socialmente utili, carcere, arresti domiciliari e il Daspo per coloro che creano disagi pubblici. Per il gestore, queste misure potrebbero ridurre i disordini senza danneggiare le attività commerciali locali.

Un appello per soluzioni concrete e responsabili

L’intervento del gestore del locale mette in luce le difficoltà che affrontano i commercianti di Trieste di fronte a queste nuove restrizioni, e si fa portavoce di una richiesta di soluzioni più mirate e giuste. Il suo appello è per una regolamentazione che non si limiti a penalizzare l'intero settore, ma che sia in grado di colpire in modo efficace e proporzionato chi causa realmente problemi di sicurezza.