30 siti italiani oscurati per truffe su criptovalute, Polizia di Trieste colpisce rete di falsi investimenti online

30 siti italiani oscurati per truffe su criptovalute, Polizia di Trieste colpisce rete di falsi investimenti online

La Polizia di Stato ha sequestrato 30 siti internet italiani utilizzati per proporre falsi investimenti in criptovalute, al termine di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste. L’operazione si inserisce nel più ampio contrasto ai reati informatici che colpiscono cittadini sempre più spesso attraverso promesse di guadagni rapidi e apparentemente sicuri.

Il raggiro parte da un finto lavoro online
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, un cittadino è stato contattato tramite applicazioni di messaggistica istantanea da utenze fittiziamente intestate, convinto di aver concluso un contratto di lavoro a distanza. In una prima fase gli è stato chiesto di apporre semplici “like” su contenuti social, ricevendo piccole somme di denaro, un meccanismo studiato per creare fiducia e abbassare le difese.

Dal like al trading, la truffa prende forma
Successivamente alla vittima è stato proposto di investire in attività di trading in criptovalute, con la promessa di rendimenti elevati e immediati. A rafforzare l’inganno, i truffatori hanno messo a disposizione un portale web dedicato, attraverso il quale era possibile visualizzare presunti andamenti di mercato e investimenti “convenienti”. In realtà, i versamenti finivano su wallet nella disponibilità dell’organizzazione criminale. Il danno economico subito ammonta a circa 7.000 euro.

L’indagine informatica e il sequestro dei portali
Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Friuli Venezia Giulia, coordinato dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste Chiara De Grassi, ha condotto un’accurata attività di investigazioni digitali che ha portato all’individuazione iniziale di un sito e, successivamente, di altri 29 portali riconducibili alla stessa organizzazione. Tutti i siti presentavano caratteristiche simili e domini “.it”, chiaramente pensati per colpire utenti italiani.

Un fenomeno in costante crescita
Le indagini confermano un trend preoccupante. Come sottolineato dalla dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni Friuli Venezia Giulia, Michela Sambuchi, le denunce per falsi investimenti online sono in continuo aumento. L’invito ai cittadini è quello di diffidare dalle proposte di guadagno facile, soprattutto quando promettono rendimenti elevatissimi in tempi brevi.

Verifiche e prevenzione restano fondamentali
La Polizia Postale ribadisce l’importanza di rivolgersi esclusivamente a intermediari autorizzati e di verificare sempre l’iscrizione alla CONSOB, unico strumento per avere la certezza di operare con società reali e legittimate. Un passaggio spesso trascurato, ma decisivo per evitare di cadere in trappole ben costruite.

Indagini ancora in corso
Il procedimento penale è attualmente nella fase delle indagini preliminari. Le responsabilità degli indagati saranno valutate nel corso del successivo iter giudiziario. Nel rispetto della presunzione di innocenza, non vengono diffuse generalità né elementi che possano consentirne l’identificazione.

Un segnale chiaro ai truffatori digitali
L’operazione condotta da Trieste rappresenta un segnale forte contro un fenomeno che sfrutta tecnologia, fiducia e fragilità economiche. La chiusura dei 30 siti è un passo concreto nella tutela dei cittadini e nella difesa del mercato digitale.