“Trieste non può essere ostaggio di cortei non autorizzati": l’affondo di Roberti

“Trieste non può essere ostaggio di cortei non autorizzati": l’affondo di Roberti

L’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti è intervenuto duramente, attraverso un video diffuso sui social, per commentare i gravi episodi di ieri sera a Trieste e le nuove manifestazioni in corso questa mattina, con un corteo cittadino promosso dalla Cgil e il presidio organizzato al Varco IV del porto.

Roberti ha ricordato come, durante il corteo di giovedì, alcuni manifestanti abbiano tentato di sfondare il cordone della Polizia nei pressi della stazione centrale, ferendo un agente e creando momenti di forte tensione. «Sono stati lanciati lacrimogeni in mezzo ai passeggeri che avevano bisogno di prendere un treno. Potevano esserci famiglie e bambini», ha denunciato l’assessore, sottolineando la gravità dei fatti.

Particolarmente severo il giudizio sulla natura stessa della manifestazione: «Quella di ieri era una manifestazione non autorizzata, quindi illegittima. Il Tulps parla chiaro: per legge è obbligatorio avvisare la Questura. Chi non lo fa, agisce fuori dalla legalità», ha detto Roberti.

L’assessore ha inoltre puntato l’attenzione sul contenuto politico e simbolico del corteo: «Il primo striscione recitava “a fianco della resistenza palestinese”. Ma cosa significa oggi resistenza palestinese se non Hamas, responsabile dell’attacco del 7 ottobre, dei sequestri, delle uccisioni di donne e bambini?», ha affermato.

Non solo. Roberti ha criticato con forza gli slogan scanditi anche durante la manifestazione odierna: «“Palestina libera dal fiume al mare” vuol dire cancelliamo lo Stato di Israele. È un messaggio che incita alla violenza. Non basta assaltare la stazione per essere violenti, lo è anche il linguaggio usato».

Infine, l’assessore ha puntato il dito contro quelle che definisce “ambiguità politiche”: «Mi spiace che non tutte le forze abbiano condannato con chiarezza questi episodi, forse per qualche calcolo elettorale. Ma di fronte a violenza e slogan che inneggiano alla cancellazione di uno Stato democratico, non ci possono essere zone grigie».

Roberti ha quindi ribadito la linea della Regione: «La libertà di manifestare deve rispettare le regole e non trasformarsi in appoggio implicito al terrorismo. Trieste non può essere teatro di violenza e illegalità».

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