Trieste al 99° posto per sicurezza: il SIULP smonta la percezione di una città violenta
La recente classifica annuale sulla qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore ha acceso il dibattito a Trieste. La città, che solo due anni fa guidava la graduatoria, è scivolata quest’anno al 19° posto. Un dato ancor più preoccupante riguarda il settore giustizia e sicurezza, con Trieste precipitata al 99° posto, appena sopra Palermo e dietro città storicamente problematiche come Catania e Catanzaro.
Una posizione che rischia di ferire l’orgoglio di molti triestini e di alimentare una percezione di insicurezza diffusa, ulteriormente amplificata dai continui articoli di cronaca nera sui media locali. Ma è davvero questa la realtà della città?
Percezione o realtà? La risposta del SIULP
Secondo il SIULP (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori della Polizia), questa fotografia rischia di essere parziale e distorta. La narrazione di una Trieste insicura, paragonabile al Bronx degli anni '70, nasce da una lettura superficiale della situazione e da una percezione emotiva del problema.
“Le autorità di pubblica sicurezza hanno ancora il pieno controllo dell'ordine pubblico a Trieste, che rimane una delle realtà urbane più sicure del Paese per quanto riguarda microcriminalità e reati predatori”, spiega il Segretario Generale Provinciale del SIULP, Francesco Marino.
Un risultato raggiunto grazie ai sacrifici delle Forze dell’Ordine, che operano quotidianamente sul territorio nonostante carenze di organico e risorse. Tuttavia, Marino sottolinea che limitare il concetto di sicurezza alla sola microcriminalità significa ignorare problematiche più ampie e strutturali.
Trieste e le sfide della criminalità organizzata
La sicurezza urbana non può essere ridotta ai soli furti e risse. Il report annuale della CGIA di Mestre fornisce un dato che non può passare inosservato: il Friuli Venezia Giulia è al 4° posto nazionale per numero di denunce di estorsione, con Trieste al 16° posto e un incremento del 148,1% negli ultimi dieci anni.
Un segnale chiaro che la criminalità organizzata, sebbene sottaciuta, è una minaccia concreta per il territorio. Il tessuto economico triestino, trainato dalle attività portuali e cantieristiche, si conferma particolarmente appetibile per le cosche criminali.
“La parola ‘mafia’ è scomparsa dalla dialettica politica locale e nazionale, eppure il rischio è reale. Limitarsi a parlare di microcriminalità senza affrontare le grandi sfide della criminalità organizzata è un errore pericoloso”, prosegue Marino.
La sicurezza è un sistema complesso
Secondo il SIULP, ridurre la sicurezza ai soli reati predatori rischia di compromettere l’equilibrio sociale ed economico della città. La vera sicurezza è un sistema articolato, che richiede attenzione su più livelli:
- Cohesione sociale e inclusione della comunità;
- Infrastrutture di qualità e lotta al degrado urbano;
- Trasparenza amministrativa per contrastare il malaffare;
- Prevenzione strutturale contro infiltrazioni criminali e cattiva gestione delle risorse.
Trascurare queste componenti, spiega Marino, significa indebolire la capacità di Trieste di essere percepita come una città stabile e sicura. Allo stesso modo, sovraccaricare la Polizia di Stato con compiti non pertinenti rischia di allontanare le istituzioni dalla società civile, minando i principi fondamentali di prossimità e collaborazione.
“Mantenere uno standard accettabile di sicurezza richiede investimenti mirati, risorse adeguate e un ruolo centrale delle Forze dell’Ordine. La sicurezza non si costruisce con proclami, ma con progetti lungimiranti e concreti.”
Governare la sicurezza guardando al futuro
Trieste resta una città dalle grandi potenzialità, ma deve affrontare le criticità con uno sguardo ampio e realistico. Contrastare i reati predatori è fondamentale, ma non può distogliere l’attenzione dalle sfide più strutturali: il rischio della criminalità organizzata, il degrado urbano e la necessità di una governance efficace.
Per il SIULP, solo un approccio lungimirante e multidisciplinare permetterà a Trieste di essere percepita come una città sicura sul piano della legalità, della sostenibilità economica e della qualità della vita.
“La sicurezza non è solo assenza di reati, ma fiducia nelle istituzioni, infrastrutture solide e una comunità coesa. Per raggiungere questo obiettivo, servono progetti concreti e risorse adeguate, non semplici proclami.”
I dati negativi sulla sicurezza pubblicati dal Sole 24 Ore non devono essere ignorati, ma vanno affrontati con serietà e visione strategica. Trieste deve difendere il suo ruolo di città sicura e vivibile, guardando oltre la narrazione emergenziale e promuovendo un approccio strutturale alla sicurezza urbana.
Il messaggio del SIULP è chiaro: più prevenzione, più risorse e un’attenzione costante alle vere minacce per il territorio. La sfida è aperta, e il futuro di Trieste dipende dalle scelte che verranno fatte oggi.