Scuola dell’infanzia comunale presso il Dijaški dom, PD: rivalutare con responsabilità e visione la chiusura della sezione slovena
I consiglieri comunali del Partito Democratico Valentina Repini, Štefan Čok e Stefano Ukmar hanno inviato una lettera al Sindaco Roberto Dipiazza e all’Assessore all’Educazione Maurizio De Blasio per chiedere una seria e lungimirante rivalutazione della decisione di chiudere la sezione slovena della scuola dell’infanzia comunale Oblak Niko, attiva presso il Dijaški dom.
«Quella sezione – dichiarano i consiglieri – non rappresenta soltanto un presidio educativo, ma anche un simbolo concreto della convivenza linguistica e culturale che caratterizza la nostra città. Una realtà che dovrebbe essere tutelata e rafforzata, in quanto luogo privilegiato per la formazione, la conoscenza reciproca e la coesione sociale fin dalla prima infanzia.»
Pur consapevoli delle difficoltà legate al numero di iscritti – una condizione fisiologica per una realtà minoritaria – i consiglieri sottolineano come l’attuale composizione mista delle sezioni costituisca un’opportunità educativa di grande valore:
«L’insegnamento in questo contesto è certamente più complesso dal punto di vista pedagogico: le sezioni sono frequentate sia da bambini che parlano già sloveno e imparano l’italiano, sia da bambini italofoni che si avvicinano per la prima volta allo sloveno. Si tratta di un impegno educativo particolare, che meriterebbe maggiore attenzione e supporto, anche attraverso l’introduzione di parametri specifici, come un numero di bambini per sezione inferiore agli standard ordinari.»
Secondo i consiglieri del Partito Democratico, la presenza di due sezioni nella scuola dell’infanzia del Dijaški dom non può essere interpretata come una duplicazione superflua, bensì come un investimento a lungo termine nella pluralità, nel dialogo interculturale e nella coesione sociale.
« La presenza di entrambe le sezioni – proseguono – è una scelta lungimirante che, nella fascia educativa 0-6, contribuisce a trasmettere valori fondamentali come il rispetto, l’apertura e la conoscenza dell’altro. Valori di cui Trieste ha storicamente bisogno e che oggi, più che mai, andrebbero coltivati con responsabilità e visione.»
«È giusto – aggiungono – che la minoranza slovena desideri condividere i propri diritti linguistici con l’intera cittadinanza, aprendo l’accesso alla lingua slovena anche a chi vuole impararla, conoscerla o semplicemente avvicinarsi ad essa fin dalla primissima età. Questa disponibilità è un segnale di civiltà, un’opportunità educativa per tutti e un contributo concreto alla costruzione di una società inclusiva e plurale.»
Alla luce di quanto espresso, i consiglieri comunali Repini, Čok e Ukmar chiedono formalmente al Sindaco e all’Assessore una rivalutazione approfondita e responsabile della decisione di chiudere la sezione slovena della scuola dell’infanzia Oblak Niko presso il Dijaški dom, affinché non venga dispersa un’esperienza educativa preziosa, capace di promuovere inclusione, dialogo e valorizzazione delle diversità linguistiche e culturali.