"Trieste non va in guerra", domenica pomeriggio corteo nel centro di Trieste

"Trieste non va in guerra", domenica pomeriggio corteo nel centro di Trieste

"“Sentiamo tutti l'attuale vento di guerra, che colpisce sempre di più il nostro Porto e Territorio.
È il momento di farci sentire, forte e chiaro. Se non lo facciamo adesso, poi sarà troppo tardi.
Non è più un segreto che l'escalation militare passa e passerà per Trieste, diventata per la propria posizione strategica uno dei principali snodi logistici del fronte bellico in Ucraina. La situazione sta peggiorando velocemente.
Nessuno di noi dovrà MAI PIÙ essere mandato a combattere contro la propria volontà, perchè questo è illegale.
Il Trattato di Pace - entrato in vigore proprio il 15 Settembre - è ormai nominato da tutti, eppure si continua ad agire in aperta e plateale violazione di questa legge in vigore, e in tempi di guerra questo è doppiamente grave perchè ci mette tutti in pericolo.
È arrivato il momento di far sapere al mondo che stavolta non ci stiamo: non ci faremo MAI PIÙ dividere e manifesteremo uniti, come cittadini che portano un messaggio semplice e forte: il nostro Porto e il nostro Territorio devono essere neutrali e smilitarizzati!
Oltre al Comitato 15 Settembre i gruppi che hanno aderito alla manifestazione sono: Insieme Liberi, Tavola per la Pace FVG, Democrazia Sovrana e Popolare, Verdi Trieste, l'analista geopolitico e scrittore Paolo Deganutti, il giornalista di fama mondiale Pepe Escobar e vari attivisti contro la guerra della zona B.
Invitiamo tutti i cittadini a partecipare, in Largo Riborgo, il 15 settembre alle 17.


Comunicati dei singoli gruppi e movimenti del Comitato 15 Settembre:


Adam Bark del Fronte della Primavera Triestina:


“La posizione strategica di Trieste come porta della Mitteleuropa al mare è al contempo la nostra benedizione e maledizione. Da qui le nostre storiche ricchezze derivanti dall’attività portuale ma anche il fatto di essere una meta ambita dalle varie potenze. Ciò ha sempre reso il nostro territorio merce di scambio, su cui destino, gli unici a non avere voce in capitolo, siamo noi cittadini. Trieste e il suo porto furono e sono un essenziale snodo logistico per il blocco atlantico, che per i pronti interessi geopolitici ne calpesta lo status giuridico come territorio neutrale, smilitarizzato e dotato un porto franco internazionale. In questi tempi di escalation militare, il nostro porto si vede sempre più coinvolto nelle ostilità geopolitiche. Ciò tra le molte cose, è dimostrato dall'impedimento del passaggio della Nuova Via della Seta cinese nonché dall'uso del nostro porto come snodo logistico per la guerra in Ucraina. Che il piano che l’atlantismo ha in mente per Trieste sia la piena integrazione nella strategia NATO del Trimarium pensata appositamente per contrapporsi, economicamente e militarmente, alle potenze dell’Est non è più un segreto. I fatti lo dimostrano e vengono anche comprovati da autorevoli e molto influenti think tank statunitensi come l’Atlantic Council e il National Interest che lo dicono esplicitamente. 


Se non gli fermiamo, i venti di guerra si faranno solo più forti. Impugnamo i nostri diritti e scendiamo in piazza per rivendicare la neutralità e smilitarizzazione del nostro porto e territorio.


Franco Zonta della Triest NGO

“Il 15 settembre 1947 fu la data in cui la comunità internazionale intese restituire a Trieste quello che fu il suo ruolo euro centrico che ne determinò l'ascesa e la grandezza, quello che fu il Reichsunmittelbare Stadt Triest und ihr Gebiet austro ungarico, riferimento naturale praticamente imposto per il bacino balcanico danubiano, determinato dalla posizione di Trieste e dalla considerevole profondità dei fondali di quest'angolo estremo del nord Adriatico.

L'intenzione delle grandi potenze all'epoca consistette soprattutto nel far sviluppare l'emporialità, la lavorazione a regime fiscale agevolato delle merci all'interno dei punti franchi del porto di Trieste, focalizzata in 71 rami di attività che avrebbero in seguito proiettato Trieste a livelli di sviluppo e di ricchezza inimmaginabili. 

Il tutto - va ricordato - in un piccolo territorio multilinguistico e multiculturale da secoli punto d'incontro tra le culture latina, slava e tedesca.

All'epoca, a causa delle tensioni della guerra fredda non fu possibile realizzare quanto ideato, ed oggi, proprio mentre sta riaffiorando una condivisa consapevolezza popolare sul ruolo sovranazionale di Trieste e del suo porto libero, la NATO è intenzionata ad imporre nuovamente ai triestini la militarizzazione del nostro porto, nefasta azione che impedirebbe lo sviluppo artefice di migliaia di posti di lavoro e renderebbe Trieste un potenziale target per la Russia, da sempre qui considerata con sentimento di profonda amicizia.

Triest NGO il 17 aprile 2022 rivolse un "appello per la libera circolazione delle merci e delle spedizioni da e per il porto di Trieste, strumento internazionale di convivenza libera e pacifica", recapitato a tutti i soggetti giuridici internazionali in seguito alla proibizione dell'accesso al porto alle navi russe, ed ora si oppone fermamente alle imposizioni guerrafondaie della NATO sul nostro territorio, esortando i cittadini di Trieste a dimostrarlo partecipando alla manifestazione di domenica prossima.”


Giorgio Marchesich della Federazione del Territorio Libero di Trieste (S.T.O.)


“ La Federazione del Territorio Libero di Trieste (S.T.O.) coglie l'occasione alla vigilia del 77° anniversario della Costituzione del T:L.T. di ringraziare tutti i gruppi che hanno aderito al Coordinamento denominato 15 Settembre dando così un messaggio di unità a tutti quelli che si riconoscono nei valori dell'indipendenza, della pace e  della smilitarizzazione. Grazie quindi a Trieste NGO, al Fronte della Primavera Triestina, al Governo provvisorio del T.L.T. e al gruppo Podemo. Inoltre si ringraziano anche i gruppi al di fuori del coordinamento che hanno aderito alla manifestazione del 15 settembre quali Insieme Liberi con Ugo Rossi, Alessandro Capuzzo della Tavola per la Pace FVG, Manuel Marconcini con Democrazia Sovrana e Popolare, i gruppi antimilitaristi della zona B, Tiziana Cimolino con Verdi Trieste, l'analista geopolitico e scrittore Paolo Deganutti e il giornalista di fama mondiale Pepe Escobar, un ringraziamento anche agli amici del Pedocin per l'aiuto.

Ancora  un grazie a tutte quelle persone che si presenteranno in Largo Bonifacio domenica 15 settembre alle ore 17.”

Arlon Stok di Podemo

“Suez si blocca, e il nostro porto perde traffici. In Ucraina, c'è una guerra a solo 700km da noi. La Croazia ha reintrodotto, di punto in bianco, la leva militare obbligatoria.

E nel Free Port di Trieste  solo pochi giorni fa veniva trasportato, come se niente fosse, materiale militare in servizio.


In questo contesto, articoli recentissimi di think tank sia statunitensi che russi hanno cominciato a fare riferimento al Trattato di Pace e al nostro Territorio.


Il Trattato di Pace - addirittura nella parte in vigore secondo il governo di Roma! - IMPONE però di garantire il libero accesso al mostro Free Port a tutti gli stati del mondo, senza distinzione.

Ad oggi, questo non viene applicato.


Ma senza neutralità, non esiste - nè può esistere per ovvi motivi - alcun Free Port.

E se non esiste un Free Port, non esiste nemmeno una Trieste viva e internazionale, che con questo porto è nata e che ancora oggi vi basa la sua economia.


Chi commercia non va quasi mai in guerra.

E noi dobbiamo diventare, una volta per tutte, il simbolo di questa realtà incontrovertibile.

Non solo perché è giusto, ma perché ne abbiamo il sacrosanto diritto.


15 Settembre, Ore 17, tutti uniti per dire che TRIESTE NON VA IN GUERRA.

Vi aspettiamo.”
A riferirlo gli organizzatori

Il percorso è:

Largo Riborgo

via San Spiridione

via Filzi

via Ghega, 

Piazza della Stazione,

Rive,

via Canal Piccolo,

Corso Italia,

via Roma, 

Piazza Ponterosso (lato fontana).