"Non vogliamo un porto NATO": manifestazione contro il riarmo a Trieste (FOTO-VIDEO)

"Non vogliamo un porto NATO": manifestazione contro il riarmo a Trieste (FOTO-VIDEO)

"No a un'Europa in guerra, sì alla diplomazia". Questo il messaggio forte e chiaro lanciato oggi in piazza Unità da diversi partiti e associazioni tra cui Adesso Trieste, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Europa Verde e Rifondazione Comunista, che si sono uniti in una manifestazione contro il progetto di riarmo dell’Unione Europea.

Le voci della protesta

Paolo Menis, esponente del M5S, ha dichiarato:
"Questo progetto di riarmo dell’UE non ha senso. È un piano che non riuscirà a garantire sicurezza e che, anzi, sottrarrà risorse fondamentali per la spesa sociale e gli investimenti utili alla collettività. Diciamo no a questa deriva militarista e chiediamo che l’Europa investa in politiche di pace e benessere."

Riccardo Laterza, attivista e rappresentante della sinistra, ha invece puntato il dito contro alcune dichiarazioni locali:
"Abbiamo sentito parole inaccettabili da parte del presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti, che auspica la trasformazione del porto di Trieste in una base NATO. Questa prospettiva è pericolosa per la nostra città e per il futuro pacifico dell’Europa. Trieste deve restare un porto di pace, non diventare un avamposto militare."

A fargli eco Claudio Mella, vice segretario provinciale di Sinistra Italiana:
"Siamo qui per ribadire il valore di un’Europa pacifica, che per 70 anni ha promosso la diplomazia e che oggi sembra aver dimenticato la sua missione. Dobbiamo tornare a costruire ponti, non a preparare guerre."

"Trieste, porto di pace": opposizioni compatte

La manifestazione di oggi segue una serie di mobilitazioni che hanno visto le opposizioni locali compatte nel denunciare il pericolo di una crescente militarizzazione dell’Unione Europea e di Trieste stessa. Lo slogan "Trieste, porto di pace" è stato il filo conduttore dell’evento, ribadendo la necessità di investire in benessere e sviluppo, anziché in armamenti.

Dure critiche anche alle posizioni della destra locale, accusate di voler favorire l’ingresso della NATO nel porto di Trieste.

Secondo i promotori della protesta, l’eventuale trasformazione dello scalo giuliano in una base strategica per operazioni militari snaturerebbe la vocazione storica di Trieste, città da sempre ponte tra diverse culture e simbolo di cooperazione internazionale.

La richiesta: "Investire nel sociale, non nelle armi"

Gli organizzatori della manifestazione hanno sottolineato come le ingenti risorse destinate al riarmo potrebbero invece essere impiegate per affrontare il caro vita, l’accesso alla casa e il lavoro precario – problemi che oggi pesano sui cittadini, specialmente sui giovani.

"Chiediamo alla politica di investire nelle persone, non nelle armi. Le risorse devono andare alla sanità, alla scuola, alla ricerca e al sociale, non a un'economia di guerra che non porta alcun beneficio alla collettività" – hanno ribadito i manifestanti.

Il corteo si è concluso con l’impegno delle forze di opposizione a proseguire la battaglia per una Trieste libera dalla militarizzazione, con ulteriori eventi e iniziative nelle prossime settimane.

DI SEGUITO IL VIDEO E LE FOTO DI ANNA BEHAR

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