"Prima il covid ora la guerra, 47% di imprese a rischio chiusura"

"Prima il Covid, adesso la guerra; prima l'emergenza sanitaria, adesso quella militare e umanitaria. Cambiano gli scenari, ma le conseguenze di queste situazioni, a causa di una politica miope e incapace, finiscono sempre addosso alle nostre aziende: l'allarme del presidente di Confindustria, Bonomi, che parla addirittura di un 47 per cento di imprese a rischio chiusura, rilancia di fatto quello che stiamo dicendo da tempo sulla totale inerzia del Governo Draghi, che assiste passivo a quella che rischia di essere una strage economica e sociale".

È quanto dichiara Paolo Bianchini, presidente di Mio (Movimento Imprese Italia).

"Con il Covid, parlavamo di una variante imprese, perché, nella sostanza, eravamo noi quelli a pagare le conseguenze più pesanti, mentre prima il Governo Conte e, poi, quello Draghi mostravano tutta la loro incapacità a fronteggiare una situazione di reale emergenza non solo sotto il profilo sanitario, ma anche e soprattutto su quello economico -prosegue Bianchini-. Peraltro, come abbiamo letto appena ieri, le risultanze del Comitato tecnico scientifico, su cui si sono basati questi governi, per chiudere il nostro settore, erano infondate, come, del resto, abbiamo sempre denunciato, seppur inascoltati". "Oggi - conclude Bianchini - non possono essere ripetuti gli errori del recente passato, che hanno massacrato le nostre aziende, e il Governo ha il dovere di adottare misure che contribuiscano a combattere in modo serio e concreto le conseguenze della guerra, che, come ha ben spiegato Bonomi, possono essere letali per la nostra economia. Draghi vuole o no salvare il Paese? Lo dimostri adesso, con i fatti, o sarà troppo tardi".

(Rem/Adnkronos)