Porto Vecchio, ORA!: «Tragedia dell’abbandono. Serve una svolta nella gestione migratoria»
Nel cuore del Porto Vecchio di Trieste, fra magazzini dismessi e spazi abbandonati, è avvenuta una tragedia che riporta in primo piano il tema della gestione migratoria. La morte del giovane migrante algerino Hi-chem Billal Magoura, trovato senza vita nel suo giaciglio di coperte sporche e al freddo, ha spinto ORA! a diffondere una dura presa di posizione, definendo quanto accaduto «uno dei punti più bassi nella gestione totalmente inumana e disorganizzata del fenomeno migratorio».
Una tragedia vicina agli sgomberi
Il ritrovamento del corpo è avvenuto proprio mentre a pochi passi veniva eseguito lo sgombero di altri 155 migranti. Un contrasto netto che, secondo ORA!, diventa simbolo di una gestione emergenziale priva di strategie e di una città che rischia di trasformare situazioni di sofferenza in atti amministrativi senza alternative reali.
Critiche alla gestione nazionale e locale
Il movimento denuncia una «tragedia dell’abbandono», inaccettabile in una città come Trieste, dove sarebbero disponibili risorse per un sistema di accoglienza dignitoso. La critica non riguarda solo gli interventi nel Porto Vecchio, ma la totale assenza — secondo ORA! — di una politica migratoria strutturata, capace di superare improvvisazione e slogan utili solo a raccogliere consenso.
Le richieste di ORA! al Governo
Nel documento diffuso, ORA! individua tre priorità fondamentali:
Politiche migratorie stabili e concrete. Il movimento ritiene che l’attuale decreto flussi sia «inadeguato e troppo burocratico», capace solo di alimentare precarietà e semi-irregolarità nel mercato del lavoro.
Accoglienza e integrazione come strumenti di sicurezza. Un sistema capace di tutelare sia i cittadini sia chi arriva sul territorio, garantendo condizioni di vita dignitose e percorsi chiari.
Fermezza contro illegalità e sfruttamento. Per ORA!, integrazione e diritti devono procedere insieme al rispetto delle leggi, al contrasto del lavoro nero e a un impegno reale contro ogni forma di abuso.
«Trasformare il dolore in impegno concreto»
La posizione del movimento si conclude con un appello diretto: «È ora di agire per trasformare il dolore in un impegno concreto, attraverso una gestione umana, strategica e conforme alla legge». La morte di Hi-chem Billal Magoura diventa così un punto di ripartenza per chiedere una visione strutturale capace di superare soluzioni emergenziali e garantire una prospettiva diversa a chi arriva in Italia attraverso percorsi estremamente difficili.