Covid, Porro: «Organizzare processioni a Trieste per chiedere l'intercessione della Madonna»

Pubblichiamo da Salvatore Porro

Colleghi noi e l'Italia intera da Bolzano a Palermo, siamo riconoscenti con un doveroso e sincero ringraziamento a tutti i sanitari, infermieri e dottori,  sacerdoti, le forze dell'ordine, le Forze Armate, i vigili del fuco, la protezione civile e i volontari per la loro abnegazione fino al sacrificio della propria vita per aiutare le persone colpite dal Covid.19-

 

L’art. 1 del dpcm del 13.10 2020 contenete le misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale, al comma 1. Si

legge: “Ai fini del contenimento della

diffusione  del virus COVID-19, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo  di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti  i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la  condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi,……….., e con esclusione dei predetti obblighi:

a) per i soggetti che stanno svolgendo

attività sportiva;

 

b) per i bambini di età inferiore ai sei anni;

c) per i soggetti con patologie

o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché per coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità.

Quindi

colleghi l’utilizzo della mascherina è sconsigliabile, o addirittura da evitare, per persone disabili, con alcune malattie, e in diverse fasce d’età.

Si fa quindi un altro riconoscimento direttamente: usare la mascherina non è sicuro al cento per cento, è necessaria una valutazione medica pregressa per determinare se il soggetto sia compatibile.

 

Colleghi causa la mia deformazione

professionale, faccio presente che la Legge 22 maggio 1975, n.

152:

“Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico”. All'Art. 5 si legge:“ È  vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da

1.000 a 2.000 euro**.

Quindi colleghi il DPCM e le ordinanze delle Regioni si contraddicono con la legge dello Stato la 152/1975.

 

Sempre nel citato dpcm, è

riportato che nelle feste private dobbiamo indossare le mascherine se si

 

avvicina a persone fragili, se si ricevono ospiti nel limite di 6 e di non svolgere feste in casa sono situazioni pericolose.

Colleghi come la mettiamo

con le famiglie numerose?

In Italia sono oltre 200mila i nuclei che contano dai  4 a 10 figli.

Nella provincia di Trieste, i dati sono del 2018 e parlano di quasi 700 maxi-famiglie totali, di cui 483 con più di sei fino a un nucleo di 13.

Mi domando come faranno le famiglie con 5,6,7 e oltre figli, già fuori legge, ma come Faranno a fare un pranzo con i nonni? Se uno dei figli organizza  una festa per il suo compleanno come dovrà comportarsi? Riceverli sul  pianerottolo e lungo le scale?

Insomma colleghi il governo Conte “giallo- rosso”, ha trasformato la famiglia da Chiesa domestica e da focolare a focolaio di covid-19. VERGOGNA.

 

Colleghi Tutti e Presidente, vi chiedo scusa se esco dal tema della mozione, ma vorrei ricordare che l’uomo moderno ha pensato di debellare il Covid-19, tramite la sua tecnologia, ai suoi vaccini, le sue mascherine, ai suoi divieti, alle distanze di sicurezza, alla chiusura di impianti sportivi, ai pachi gioco ecc. ecc. diversi gruppi di cattolici hanno pensato, di rivolgere uno sguardo in Alto all’Altissimo seguito da una preghiera, una veglia e adorazioni sia nelle Chiese che in casa.

Qui a Trieste

abbiamo un esempio; dell'intervento dal Cielo.

Trieste onora con la festa

cittadina la Madonna della Salute dal 1849, quando a Trieste scoppiò un’

 

epidemia di colera che in poco tempo provocò migliaia di vittime e che si tramanda essere vinta per intercessione della Madonna della Salute in seguito alla processione per le vie della nostra città del 15 ottobre 1849.  Da allora i Triestini ogni 21 novembre accorrono in migliaia al Santuario dinanzi

 

all'immagine sacra solennemente esposta dal 12 novembre, avente fama taumaturgica.

Quindi come cattolico mi permetto di invitare tutti i cittadini credenti e non le autorità cattoliche-cristiane cittadine e nazionale a organizzare delle processione lungo le vie della nostra Trieste e di tutti i comuni d’Italia, per chiedere l’intercessione della Vergine Santissima per far cessare questa epidemia e di rivolgere un appello al governo di concedere alle Chiese le stesse disposizioni di capacità di persone che salgono sui bus, e che entrano nei teatri e nei supermercati.

La nostra Trieste, grazie

all'arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, durante il lockdown della settimana pasquale è stata affidata per ben tre volte alla Vergine Santissima dalla Cattedrale di San Giusto e dal Santuario di Monte Grisa.

Noi credenti abbiamo

bisogno di recuperare spazio di libertà e la Chiesa oltre ad essere spazio di libertà e anche spazio di speranza; e il laboratorio in cui cerchiamo di costruire per tutti, anche per chi non crede nella Chiesa, un futuro migliore.

 

La forza della fede è anche dimostrata che dall’inizio del Coronavirus nelle nostre nostre chiese NON si è verificato una caso di contagio perché si applicano i protocolli previsti, rigorosi controlli all’entrata e non è mai mancato il rispetto di tutte le norme anti-Covid: mascherina, distanziamento e sanificazione. È un punto importante da tener presente».