Minori non accompagnati, l’ICS accusa: ‘FVG fuori legge su accoglienza e diritti’
Il comunicato dell’ICS lancia un duro monito sulla nuova normativa regionale in arrivo in Friuli Venezia Giulia per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA). Secondo l’associazione, la Regione starebbe oltrepassando i limiti delle proprie competenze.
La polemica nasce dall’intenzione dell’attuale Giunta regionale di fissare un presunto “fabbisogno regionale” per i centri di accoglienza per minori stranieri, limitando di fatto l’apertura di nuove strutture sul territorio. Per l’ICS si tratta di un atto illegittimo: il sistema di accoglienza dei MSNA, infatti, è regolato da normative nazionali precise — in primis il Decreto Legislativo 142 del 2015 e la cosiddetta “Legge Zampa” (Legge 47/2017) — che definiscono un quadro unitario e non derogabile su base regionale.
“Non siamo un’isola normativa”
L’ICS sottolinea che ogni minore può essere accolto in un comune diverso da quello di arrivo, qualora ciò risponda al suo interesse superiore, come stabilito dal Tavolo di coordinamento nazionale. In questo contesto, il ruolo delle Regioni è definito e limitato: possono stabilire standard organizzativi per l’accreditamento delle strutture, ed eventualmente esercitare un controllo sulla localizzazione solo in caso di anomale concentrazioni territoriali o per strutture di grandi dimensioni.
Ma la nuova normativa che la Regione FVG si appresterebbe a varare va oltre: “vuole impedire l’apertura di nuovi centri superata una soglia arbitraria di ‘fabbisogno’, come se l’accoglienza dei minori fosse soggetta a logiche di capienza politica e non a diritti umani garantiti per legge”.
Una questione di diritti, non di numeri
Per l’ICS, il cuore della questione è la tenuta del sistema solidale e legale italiano: “la nuova normativa non solo sarebbe illegittima sotto molteplici profili giuridici, ma dimostra anche una grave incapacità di gestire in modo responsabile e umano problematiche sociali complesse”.
In attesa della pubblicazione ufficiale del nuovo provvedimento regionale, l’ICS preannuncia battaglia sul piano giuridico e politico, chiedendo che venga tutelato il principio cardine del sistema di accoglienza italiano: nessun minore può essere lasciato indietro per scelte amministrative locali.