Trieste non sarà una giungla: Dipiazza sfida i delinquenti e difende le Forze dell’Ordine (VIDEO-INTERVISTA)
Dopo l’annuncio delle “zone rosse” stabilite dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha espresso oggi, giovedì 16 gennaio, ai nostri microfoni la sua opinione sulla decisione con parole chiare e dirette: “Non voglio che Trieste segua la sorte di altre città italiane come Milano, dove ogni giorno assistiamo a episodi di caos e criminalità. È meglio prevenire che curare”.
Questa misura, che interessa aree delicate come piazza Goldoni e largo Barriera, punta a combattere la microcriminalità e a garantire una maggiore sicurezza ai cittadini. Tuttavia, il sindaco ha voluto sottolineare che è fondamentale un’azione culturale, oltre a quella repressiva: “Coloro che compiono queste azioni non condividono la nostra cultura e la nostra educazione. Se un carabiniere mi ferma, io mi fermo. Ma loro scappano. Uno è morto e abbiamo messo sotto esame il carabiniere. È assurdo, basta!”
Dipiazza ha poi ribadito il suo completo supporto alle Forze dell’Ordine: “Le chiamiamo Forze dell’Ordine perché devono mantenere l’ordine, ed è ciò che desidero per Trieste. Non possiamo permettere che la nostra città diventi teatro di eventi che minacciano la sicurezza dei cittadini.”
Le “zone rosse”, valide fino al 31 marzo 2025, prevedono il divieto di accesso per persone segnalate per reati o comportamenti pericolosi e saranno sorvegliate dalle Forze dell’Ordine con controlli intensificati. In parallelo, sono in fase di studio ulteriori misure, come la regolamentazione degli orari per la vendita di alcolici e le aperture di alcune attività nelle aree più critiche.
“Trieste deve essere una città sicura, vivibile e ordinata. Non faremo passi indietro su questo fronte”, ha concluso il sindaco.
SEGUE LA VIDEO-INTERVISTA
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