Giorno della Memoria, Dipiazza in Risiera: "Olocausto, oltre a segnare il destino di un popolo, ha ucciso la libertà"

E’ bello poter essere nuovamente qui insieme, dopo gli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia che ci ha costretto ad adottare misure restrittive alla cerimonia per garantire la salute pubblica.
 
In questo luogo che è un Cenotafio, dove si viene a ricordare e piangere qualcuno possiamo idealmente prenderci tutti per mano, lasciando fuori le ideologie per pregare e ricordare insieme ciò che qui ed in questa città è stato commesso. Anche a Trieste il nazismo ed il fascismo hanno calpestato e ucciso quei principi inalienabili che sono il rispetto della vita e delle libertà; tutte le libertà. L’olocausto, oltre a segnare il destino di un popolo, ha ucciso la libertà.
 
Dopo 85 anni la vivida memoria dei testimoni diretti è sempre meno numerosa, per questo è importante ricordare. Nel 2000 il Parlamento Italiano ha istituito il Giorno della Memoria e lo scorso 24 gennaio, lo Stato, con il suo Governo rappresentato dal Ministro dell’Interno, al fianco della Comunità Ebraica e della città è venuto a omaggiare queste vittime e condannare quella che fu la responsabilità italiana con la promulgazione nel ’38 da parte di Mussolini delle leggi razziali nella nostra città.
 
Il Giorno della Memoria di quest’anno ha una luce ancora più forte e calda. In questi ultimi anni si è sempre più sopita la voce di coloro che usano la memoria solo per rinfocolare le divisioni e tornare ad accendere la violenza. Tutto ciò non è frutto del caso, ma è il risultato di un percorso di pacificazione e di verità che ho fortemente voluto intraprendere e incoraggiare. L’aver voluto far tradurre per la prima volta in questa commemorazione il discorso del Sindaco in sloveno; andare insieme a tutti i Sindaci del territorio a rendere omaggio a tutti i caduti nei diversi luoghi della memoria; organizzare il concerto della pace nel 2010 con i presidenti della repubblica di Italia, Slovenia e Croazia; l’attribuzione all’unanimità da parte del Consiglio Comunale della cittadinanza onoraria a Liliana Segre; l’affissione della targa commemorativa in Piazza dell’Unità realizzata con la Comunità ebraica; la mano nella mano dei Presidenti della Repubblica Italiana e Slovena Mattarella e Pahor nei luoghi simbolo delle tragedie di queste terre; le tantissime pietre d’inciampo che ogni anno deponiamo a ricordo dei cittadini prelevati e deportati nei campi di concentramento e sterminio. Questi sono gesti, azioni e simboli per superare i drammi del ‘900 e fare proprio il passato in maniera positiva, costruendo qualcosa per il futuro che diventi nutrimento per una convivenza civile. Sempre su questo percorso stiamo intervenendo concretamente per valorizzare ancora di più il Monumento Nazionale della Risiera di San Sabba per ospitare le tradizionali cerimonie e per sviluppare la didattica verso i giovani delle scuole, oltre alla tante altre iniziative organizzate dal Comune di Trieste.
 
Fare tutto ciò ne è valsa la pena perché oggi siamo in tantissimi a camminare insieme come comunità su questo percorso di pacificazione. Tutto questo fa si che il Giorno della Memoria non resterà mai confinato a ciò che è stato, non diventerà mai una fotografia in bianco e nero che ci allontana dalla riflessione del presente.
 
Se nella nostra città nel settembre del ’38 è stato seminato il seme dell’odio è altrettanto vero che a Trieste non ha attecchito, ma è, invece, cresciuto forte l’albero dell’amore e della convivenza dove culture, religioni, razze si trovano e incontrano ed, insieme, contribuiscono alla nostra crescita sociale, culturale ed economica. Grazie a tutti voi.