Due cattedrali, un solo cuore: la “Passione secondo Giovanni” di Bach risuona tra Udine e Trieste

Due cattedrali, un solo cuore: la “Passione secondo Giovanni” di Bach risuona tra Udine e Trieste

Un doppio appuntamento straordinario con la grande musica sacra per il tempo di Quaresima. Martedì 26 marzo nella Cattedrale di Santa Maria Annunziata a Udine e mercoledì 27 marzo nella Cattedrale di San Giusto Martire a Trieste, alle ore 20:00, si terrà l’esecuzione integrale della “Passione secondo Giovanni” BWV 245 di Johann Sebastian Bach, uno dei capolavori più toccanti della musica sacra occidentale.

A rendere questo evento ancora più significativo è la collaborazione tra l’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste e il Coro del Friuli Venezia Giulia, in un progetto sostenuto dalla Regione FVG e reso possibile anche grazie al supporto delle Curie di Udine e Trieste, oltre che di partner come Fondazione CRTrieste, Danieli & C. e Trieste Trasporti.

Sul podio il rinomato Maestro Giulio Prandi, vincitore del Premio Abbiati e direttore artistico del Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri di Pavia, riconosciuto per la sua autorevolezza nel repertorio barocco e sacro. Alla guida del coro, Cristiano Dell’Oste, formatosi al Mozarteum di Salisburgo, con una carriera che spazia dall’opera lirica al repertorio corale.

Il cast vocale è d’eccezione: Robin Tritschler nel ruolo dell’Evangelista, Christian Senn come Gesù, Manuel Sedmak nel ruolo di Pilato, Vittoriana De Amicis (soprano), Marta Fumagalli (mezzosoprano), Manuel Amati (tenore) e nuovamente Senn come basso concertista.

La “Johannes-Passion”, eseguita per la prima volta a Lipsia nel 1724, è articolata in 40 numeri e fonde magistralmente estratti evangelici con testi poetici e corali di intensa spiritualità. È considerata una delle vette assolute della musica di Bach, capace di trasmettere emozione, introspezione e bellezza.

Nel corso degli anni, la Passione ha trovato spazio anche nel mondo del teatro e del cinema, dalla Scala di Milano a registi come Tarkovsky e Lanthimos, e torna ora alla sua naturale collocazione liturgica grazie a questa importante iniziativa artistica e spirituale.

Come ha dichiarato il Sovrintendente del Teatro Verdi Giuliano Polo: “È un progetto che unisce cultura, fede e territorio, dimostrando come la musica possa ancora essere strumento di coesione e dialogo”.