“Ti volevo fare i complimenti”: telefonata di Cisint e il grazie al sindaco per il Natale di Trieste (VIDEO)
Nel pieno di un weekend pre-natalizio segnato da folle in centro, mercatini affollati e una città illuminata come non mai, il sindaco Roberto Dipiazza racconta in diretta su Trieste Cafe un episodio che, a suo dire, lo ha colpito in modo particolare. Tra le tante chiamate che un primo cittadino riceve ogni giorno, ce n’è stata una che non riguardava problemi, lamentele o questioni politiche, ma soltanto un messaggio di apprezzamento personale. A telefonare è stata Anna Cisint, che lo ha cercato per dirgli semplicemente: “Volevo farti i complimenti per come hai fatto la città per Natale e per come tieni la città”.
Complimenti sinceri in un momento di grande pressione
Dipiazza sottolinea come quella telefonata non fosse legata a dossier, pratiche amministrative o emergenze, ma a un sentimento di gratitudine. Nel racconto fatto in diretta, precisa che Anna Cisint non lo ha chiamato “per parlarmi dei problemi o di politica”, ma solo per riconoscere il lavoro svolto sulla città, in particolare in vista del Natale. In un periodo dell’anno in cui l’amministrazione è messa alla prova dall’organizzazione delle luminarie, dall’allestimento dei mercatini e dalla gestione di un afflusso straordinario di persone, un grazie sincero, arrivato in modo spontaneo, assume un peso particolare.
Luci, arredo e una città che si mostra al meglio
Le parole di Anna Cisint si inseriscono in un contesto in cui Trieste sta vivendo giornate intensissime. Lo stesso sindaco, nel corso della diretta, ricorda di essere stato sommerso dai complimenti per le luminarie, per l’arredo natalizio e per il modo in cui la città si presenta in questo periodo. Le vie illuminate, le installazioni sopra il canale, i mercatini pieni, le vetrine accese fino a tardi: tutto contribuisce a dare a Trieste un’immagine calda, accogliente e vivace. I negozianti, racconta, gli confermano di aver “venduto il vendibile”, e questa dinamica, nelle sue parole, si traduce in una sola definizione: economia che gira, risorse che si muovono, denaro che torna sul territorio.
La telefonata come riconoscimento di un lavoro sul lungo periodo
Nel riportare la chiamata di Anna Cisint, Dipiazza non la legge solo come un complimento legato alle luci di un singolo Natale. La collega a un percorso amministrativo lungo, fatto di scelte, sacrifici e trasformazioni urbane. In diretta ricorda che da anni si lavora sull’immagine della città, sugli arredi, sulle illuminazioni, sulla capacità di rendere Trieste attrattiva non solo per i residenti, ma anche per i tanti turisti che affollano piazze e vie. La frase “per come hai fatto la città per Natale e per come tieni la città” viene percepita dal sindaco come un riconoscimento all’insieme di questo lavoro, non a un solo allestimento stagionale.
Sacrifici, tempo e un quarto di secolo di amministrazione
Quando parla della telefonata, il sindaco non nasconde che dietro quei complimenti ci sono anni di impegno continuo. Nella stessa conversazione con i conduttori ricorda che ha alle spalle decenni di vita amministrativa, con almeno venticinque anni di lavoro politico alle spalle, un periodo che definisce “un quarto di secolo”, fatto di “tante soddisfazioni” ma anche di “tanti sacrifici”. È all’interno di questa prospettiva che un semplice “bravo” o un “ti volevo fare i complimenti” assumono un valore che va oltre la cortesia: diventano, nelle sue parole, le soddisfazioni di un uomo che ha investito tempo ed energie nella città.
Un complimento che si aggiunge all’abbraccio dei cittadini
La telefonata di Anna Cisint si somma ad altre manifestazioni di affetto che Dipiazza dice di aver ricevuto in quei giorni. In diretta racconta di cittadini che lo fermano per strada, gli stringono la mano, lo ringraziano per le luci, per l’arredo, per il clima che si respira in città. Alcuni arrivano a dirgli “siamo preoccupati per il dopo di lei”, una frase che il sindaco definisce una gratificazione enorme. In questo scenario, la telefonata diventa uno dei tasselli di un più ampio mosaico di consenso personale, fatto non solo di applausi pubblici ma anche di gesti più privati, come una chiamata in cui qualcuno prende il tempo per dire semplicemente: “Grazie”.
L’importanza di una chiamata senza polemiche
Per un amministratore, abituato a ricevere chiamate cariche di richieste, critiche o problemi da risolvere, una telefonata in cui l’interlocutore non chiede nulla, non solleva emergenze e non entra in questioni di partito, ma si limita a riconoscere uno sforzo, è qualcosa di raro. Dipiazza lo sottolinea con chiarezza: è proprio il fatto che la telefonata non riguardasse la “politica” in senso stretto a renderla speciale. Non c’erano rivendicazioni, non c’era la richiesta di un intervento, c’era solo il desiderio di riconoscere il risultato di un lavoro che, agli occhi di chi chiama, si vede e si sente camminando per le vie illuminate di Trieste.
Una città che si riflette nelle parole di chi la osserva
In fondo, il senso della telefonata di Anna Cisint sta proprio nel modo in cui Trieste appare oggi a chi la vive e a chi la osserva da vicino. Le parole “per come hai fatto la città per Natale e per come tieni la città” sono la sintesi di una percezione: una città curata, luminosa, viva, che in questo periodo festivo sta offrendo a cittadini e visitatori uno scenario che resta negli occhi e nelle foto. Che a dirlo sia una figura che il sindaco conosce e stima, e che lo faccia senza chiedere nulla in cambio, è per lui la conferma che quel lavoro, fatto di scelte quotidiane e di tanti compromessi, ha trovato riscontro.
Dal telefono allo studio: la gratificazione raccontata in diretta
Portare in diretta quella telefonata significa, per Dipiazza, condividere con il pubblico di Trieste Cafe non solo un aneddoto, ma un momento di gratificazione personale. Davanti alle telecamere, il sindaco mette insieme il racconto di mercatini pieni, di negozi che lavorano, di turisti che si innamorano della città e di cittadini che si dicono preoccupati per il futuro dopo di lui. In mezzo a tutto questo, la voce di Anna Cisint al telefono diventa il simbolo di una stagione natalizia in cui, almeno per una parte della città, Trieste non è soltanto addobbata, ma è davvero percepita come una città bella, curata e viva.
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