Schiavone (ICS) a Trieste Cafe: "Problema di intolleranza a Trieste, ma soprattutto fomentata" (VIDEO)

Schiavone (ICS) a Trieste Cafe: "Problema di intolleranza a Trieste, ma soprattutto fomentata" (VIDEO)

Nel corso del programma mattutino "Un capo in B con", Gianfranco Schiavone, presidente dell'ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà), ha affrontato il tema dell'intolleranza crescente a Trieste. Intervistato dal direttore, Schiavone ha esposto una realtà preoccupante per la città, evidenziando come le relazioni interpersonali siano peggiorate, diventando più chiuse e violente.

"Sì, c'è un problema di intolleranza a Trieste, ma soprattutto di intolleranza fomentata", ha dichiarato Schiavone, sottolineando come questa situazione sia alimentata da un clima di paura e pregiudizio. La città, secondo il presidente di ICS, ha subito un cambiamento negativo: "Vedo la città peggiorata moltissimo, inacidita, resa più violenta nelle relazioni interpersonali".

Un punto particolarmente critico è stato l'accesso alle abitazioni. Schiavone ha raccontato le difficoltà che molte persone, anche con contratti di lavoro a tempo indeterminato, incontrano nel trovare una casa. "Ho persone che vivono in baracche perché nessuno affitta loro una casa. E perché? Chiamiamolo con il suo nome: è razzismo e discriminazione", ha affermato senza mezzi termini.

L'intervista ha poi toccato il ruolo dei media, accusati di alimentare l'intolleranza piuttosto che promuovere un'analisi approfondita delle cause del disagio. Schiavone ha puntato il dito contro la stampa che "lascia spazio agli istinti più bassi", pubblicando articoli che fomentano la paura nei confronti degli stranieri. Ha citato l'esempio di una recente intervista a una cittadina che si lamentava della presenza di migranti in Piazza Libertà, criticando la superficialità di queste posizioni: "Se lei, signora, dormisse per strada, senza soldi e senza accesso ai servizi igienici, non si troverebbe forse nella stessa situazione?".

Infine, Schiavone ha espresso una riflessione amara sulla distorsione morale della società contemporanea, in cui "aggrediamo le vittime invece di aggredire i responsabili". Ha paragonato questa situazione a quella di un ospedale in cui i pazienti muoiono per la mancanza di farmaci, mentre la società si scaglia contro i malati invece di chiedere conto a chi ha impedito l'arrivo delle cure.

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