"Ho fatto un complimento, mi ha risposto con un insulto": il racconto di una triestina
Un’esperienza spiacevole ha visto protagonista una triestina durante la giornata di giovedì 9 gennaio 2025. Un momento di gentilezza, nato da un complimento disinteressato, si è trasformato in un’occasione di amarezza e delusione, sollevando una riflessione sull’interazione tra le persone e la crescente diffidenza nella società.
Il complimento e la risposta inaspettata
Mentre camminava per le strade di Trieste, la triestina ha incrociato una ragazza minuta con un cane di grossa taglia. Colpita dalla sintonia tra i due, si è avvicinata per esprimere un complimento sincero: "Sembrava un cane buono, le parlava e l’ascoltava. Le ho detto ‘complimenti’, ed era veramente un complimento."
La risposta, però, l’ha lasciata senza parole. La ragazza, invece di accettare il gesto con gratitudine, ha reagito con ostilità, lamentandosi che la donna avrebbe "sfiorato il suo cane con le borse." "Era una cosa minima," ha spiegato la triestina, "ma sembrava che volesse rispondermi male a priori. Mi ha lasciato senza parole: perché c’è sempre cattiveria ovunque?"
Il conforto (amaro) di un’amica
Ancora scossa dall’accaduto, la triestina ha raccontato l’episodio a un’amica, sperando di trovare conforto. La risposta, seppur sincera, ha aggiunto ulteriore peso alla giornata: "Mi ha detto che quando imparerò a farmi i cavoli miei sarà sempre troppo tardi." Una riflessione che, pur giusta, ha reso l’amarezza ancora più profonda.
Una riflessione sulla gentilezza fraintesa
Questo episodio, per quanto piccolo, invita a riflettere sul modo in cui le persone si relazionano. "È triste pensare che un complimento gentile venga frainteso o accolto con rabbia," ha commentato la triestina. Nella frenesia e nella diffidenza che sembrano caratterizzare sempre più le interazioni quotidiane, anche un gesto positivo può essere trasformato in un’occasione di scontro.
Forse è il momento di rallentare, accogliere la gentilezza con un sorriso e ricordare che un gesto semplice può fare la differenza per chi lo dona e per chi lo riceve.
foto sebastiano visintin