Quarto Grado, “Indagato, non accusato”: Seba commenta in diretta l’indagine per la morte di Lilly

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Quarto Grado, “Indagato, non accusato”: Seba commenta in diretta l’indagine per la morte di Lilly

È stato un inizio di puntata esplosivo quello di “Quarto Grado” andato in onda venerdì sera su Retequattro, quando il conduttore Gianluigi Nuzzi ha annunciato in diretta che Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è formalmente indagato per l’omicidio volontario della moglie.

La notizia è stata subito confermata dall’inviata Ilaria Mura, collegata in diretta dall’interno dell’abitazione di Visintin, dove ha raccolto la testimonianza dell’uomo visibilmente provato ma collaborativo.

Il blitz in casa Visintin: perquisizione durata tutta la notte

Secondo quanto riferito in trasmissione, martedì scorso le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella casa di Visintin alle 20:20, restando all’interno fino alle 5:20 del mattino. Sono stati sequestrati diversi oggetti: coltelli, forbici, cesoie, tronchesine, posate, ma anche un maglione e dei guanti appartenenti all’uomo. Il tutto rientra in un’indagine aperta con l’ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di coniugio (articoli 575 e 577 del Codice penale).

Visintin: “Sono tranquillo. Meglio essere indagato, così posso difendermi”

Seduto sul divano di casa, avvolto in una coperta, Sebastiano Visintin ha raccontato in diretta la sua versione dei fatti: “Martedì ho visto gli agenti con dei borsoni, pensavo fossero operatori. Ho detto solo: fate il vostro dovere. Sono rimasto fermo mentre controllavano tutta la casa”. L’uomo ha poi spiegato di sentirsi “tranquillo e sereno”, pur riconoscendo la gravità del momento: “Essere indagato per l’omicidio della mia Liliana è devastante, ma ora anche noi potremo finalmente accedere agli atti e capire cosa mi viene contestato”.

Nessuna accusa formale, ma indagine in corso

Durante la trasmissione è stato più volte chiarito che l’indagine in corso non equivale a una condanna: “Indagato non significa colpevole”, ha ribadito Nuzzi, spiegando come la magistratura dovrà stabilire se vi siano elementi per un eventuale rinvio a giudizio.

Sebastiano ha anche rivelato di aver ricevuto minacce telefoniche da parte di ignoti nei giorni scorsi, episodi confermati anche da chi era presente al momento delle chiamate.

Tre anni dopo, si cerca ancora la verità

Liliana Resinovich è stata trovata senza vita nel gennaio 2022. A più di tre anni dalla sua morte, il caso resta uno dei più discussi a livello nazionale, tra perizie, ipotesi contrastanti e interrogativi ancora senza risposta.

La notizia dell’iscrizione di Visintin nel registro degli indagati riapre scenari investigativi importanti e alimenta il dibattito attorno a uno dei casi più oscuri degli ultimi anni. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se dalle indagini emergeranno nuovi elementi o se si confermerà quanto da lui sempre sostenuto: “Io non ho nulla da nascondere”.

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