Turismo e movida, Rebek: “Trieste si spegne di notte. E il turismo giovanile svanisce” (VIDEO)
Trieste accoglie sempre più turisti, ma alla domanda “dove si va a ballare?” la risposta è desolante: “da nessuna parte”. A dirlo, con chiarezza e amarezza, è Stefano Rebek, opinionista triestino che ha partecipato a una diretta su Trieste Cafe per parlare di turismo e vita notturna assieme al presidente di Federalberghi Maurizio Giudici e ai DJ Miguel Selekta e Ricky Ottolino.
Una città che piace… fino alle 23
Durante l’incontro, Rebek ha raccontato un’esperienza ormai ricorrente: “I turisti mi chiedono dove si possa andare a ballare dopo mezzanotte. E io mi vergogno a rispondere che non c’è nulla. Zero. A Trieste, dopo una certa ora, si può solo andare a dormire o uscire dalla città”. Il confronto con altre realtà è impietoso: “Persino Monfalcone offre più vita notturna di Trieste. Questo dice tutto”.
Ballare? A Trieste è vietato per legge
La situazione, secondo Rebek, è paradossale: “Anche quando si crea una situazione spontanea, dove si balla, tutto resta fuorilegge. Il gestore rischia multe, denunce, perfino la chiusura”. E aggiunge: “Il problema non è solo l’orario. Il vero nodo è che non esistono licenze di sala da ballo, e le pochissime che ci sono non vengono sfruttate”.
Un'occasione mancata per il turismo
Secondo Rebek, questa assenza incide pesantemente sull’offerta turistica. “La movida è parte integrante dell’esperienza di viaggio, soprattutto per i giovani. Quando a Trieste un turista straniero si sente dire che deve rientrare in hotel alle 23, la città perde punti, perde valore, perde futuro”. Una mancanza strutturale che, nel lungo termine, rischia di allontanare intere fasce di pubblico.
Uno spiraglio possibile: collaborazione con gli hotel
Nonostante il quadro critico, Rebek lancia anche una proposta concreta: “In molte città d’Italia, fuori dai locali notturni ci sono cartelli con gli hotel H24 in zona, in collaborazione con Federalberghi. A Trieste non si è mai fatto, ma basterebbe poco: un foglio stampato, una piccola sinergia tra chi fa eventi e chi accoglie”. Una strategia semplice, a costo zero, che potrebbe migliorare l’esperienza serale per turisti e residenti.
Conclusione
“Oggi siamo a zero. Peggio di così non si può fare”, ha concluso Rebek, sottolineando che c’è ampio margine per migliorare. L’auspicio è che l’incontro tra il mondo della notte e quello dell’accoglienza, promosso proprio in trasmissione, possa essere l’inizio di un cambiamento strutturale, capace di rendere Trieste una destinazione viva anche quando cala il sole.
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