Mattino 5, omicidio di Garlasco: caccia al DNA dell’assassino, riaperte le analisi dopo 18 anni

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Mattino 5, omicidio di Garlasco: caccia al DNA dell’assassino, riaperte le analisi dopo 18 anni

Un nuovo, importantissimo capitolo si apre nel complesso e mai del tutto chiarito caso dell'omicidio di Chiara Poggi. Il Delitto di Garlasco, che da quasi 18 anni scuote l’opinione pubblica italiana, è tornato al centro della cronaca questa mattina su Mattino 5, il programma condotto da Federica Panicucci su Canale 5.

Domani prenderanno ufficialmente il via le nuove attività peritali che potrebbero, finalmente, fare luce sui tanti dubbi ancora irrisolti. L’obiettivo è ambizioso: individuare tracce biologiche utili sui reperti mai esaminati all’epoca dell’omicidio e riesaminare il DNA ritrovato sotto le unghie della vittima, che secondo la procura potrebbe appartenere ad Andrea Sempio.

Nelle prossime ore, negli uffici della Polizia Scientifica di Milano, periti e consulenti si confronteranno all’interno dell’incidente probatorio disposto dal GIP Daniela Garlaschelli. Gli accertamenti saranno coordinati dalla genetista Denise Albani e dal dattiloscopista Domenico Marchigiani, chiamati ad analizzare decine di reperti raccolti nel 2007 e rimasti fino ad oggi mai approfonditamente analizzati.

I reperti sotto la lente: yogurt, biscotti e quella misteriosa impronta

I materiali sequestrati e ora al centro della nuova indagine sono i più diversi: cucchiaini, confezioni di yogurt e tè freddo, sacchetti della spazzatura, cereali, tamponi salivari e addirittura capelli ritrovati nella mano destra di Chiara. Tutti oggetti rimasti finora in archivio, che ora potrebbero restituire preziose tracce genetiche.

Tra i reperti figura anche un frammento del tappetino del bagno e, soprattutto, le 35 pellicole paradesive utilizzate sulla scena del crimine per fissare le impronte digitali. Proprio qui si cela forse il dettaglio più inquietante: la famosa "impronta 10", contenente materiale biologico che, all’epoca, non fu attribuito per la scarsa quantità di minuzie dattiloscopiche rilevate. Oggi, però, grazie alle nuove tecnologie di analisi genetica, questa impronta potrebbe finalmente svelare il suo segreto: contiene sangue? E soprattutto: può restituire un profilo DNA riconducibile all’assassino?

Il peso del tempo e il rischio di risposte parziali

Dopo quasi due decenni, resta l’incognita principale: questi reperti, rimasti per anni nei depositi della medicina legale di Pavia e nella caserma dei carabinieri di Milano, possono ancora contenere tracce biologiche valide? Gli esperti dovranno stabilire se il deterioramento del tempo non abbia compromesso la possibilità di individuare il profilo genetico dell’assassino o di eventuali complici.

La procura, però, sembra convinta che proprio questi nuovi accertamenti possano rappresentare il vero snodo per riscrivere definitivamente la storia giudiziaria del delitto di Garlasco.

«Facciamo le analisi e vedremo se emergeranno nuovi elementi o se verrà confermato quanto già stabilito in passato», hanno commentato gli inquirenti, lasciando intendere che la partita è tutt'altro che chiusa.