Lettera del vescovo Trevisi: 'Un Natale fatto di sorrisi, speranza e vicinanza a chi soffre'

Lettera del vescovo Trevisi: 'Un Natale fatto di sorrisi, speranza e vicinanza a chi soffre'

Con l’avvicinarsi del Natale, il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, ha condiviso un messaggio profondo, invitando i fedeli a riflettere sul significato di questa festività. Un invito a vivere il Natale con uno spirito di gentilezza, gratitudine e attenzione verso gli altri, facendo breccia nelle relazioni quotidiane e portando speranza anche nei momenti di buio.

Il bambino di Betlemme: un simbolo di tenerezza e umiltà

Il messaggio si apre con uno sguardo al bambino di Betlemme, emblema dell’umiltà e della tenerezza di Dio che si fa piccolo e bisognoso di cure. Il vescovo invita a sorprendere gli altri con gesti sinceri, come un sorriso, un abbraccio, o semplicemente auguri calorosi. Questi piccoli atti possono trasformare il Natale in un'occasione di riconciliazione e gioia condivisa.

Gentilezza e gratitudine come chiavi per cambiare il mondo

Trevisi sottolinea che non l’aggressività, ma la gentilezza e l’umiltà sono strumenti di cambiamento. Invita a scrivere sulla sabbia il bene compiuto e a incidere sulla roccia la gratitudine per ciò che si riceve, ponendo l’amore di Dio al centro di ogni azione.

Un invito all’attenzione verso i più fragili

Nel suo messaggio, il vescovo rivolge un pensiero particolare a chi vive situazioni di fragilità: i bambini, le donne, i poveri, gli anziani, e chi soffre per la solitudine o la malinconia. Guardare queste persone con gli occhi di Gesù bambino significa riconoscerle come destinatari privilegiati di amore e cura. È un invito a riflettere sulle proprie azioni e a essere segno di speranza per chi ne ha più bisogno.

“Io sono con te”: un messaggio di vicinanza e speranza

Trevisi ricorda che Dio si fa vicino a ciascuno di noi, anche nei momenti di difficoltà. “Io sono con te”, dice il Signore, un messaggio che diventa un appello a essere, a nostra volta, un segno della presenza divina per gli altri. In questo modo, la speranza può aprire brecce di luce anche nelle notti più buie.

Un Natale di tenerezza e amore

Il messaggio del vescovo si conclude con un augurio caloroso: “Cordiali auguri. Admirantes Iesum”, un invito a contemplare la tenerezza e l’amore di Dio che si manifesta nel Natale. È un’esortazione a vivere con gratitudine e speranza, portando gioia e conforto nelle vite altrui.

DI SEGUITO LA LETTERA COMPLETA

Presto arriva il Natale. È già tempo di auguri. E in quella mangiatoia guardo quel bimbo, il Dio che si fa umile e piccolo e bisognoso di cura. Bisognoso di tenerezza.
Anche attraverso la convenzione dello scambio di auguri, apri una breccia alla speranza che il bimbo di Betlemme fa brillare nell’ordinario delle tue relazioni. Sorprendi qualcuno con auguri calorosi e sinceri. Abbraccialo e fallo sentire amato. Spargi abbondanti sorrisi. Saluta con affetto i tuoi vicini e i tuoi colleghi, perdona di cuore, sii generoso con i poveri, se fai festa ricordati degli assenti e fai sentire che per loro c’è posto nel tuo cuore. Non l’aggressività ma la gentilezza e l’umiltà sono la chiave per cambiare il mondo. Guarda alla mitezza di Maria e ritroverai pace interiore.
Scrivi sulla sabbia il bene che hai compiuto, ma incidi sulla roccia la gratitudine per quello che ricevi. Dimentica tutto, ma non l’amore di Dio e quello degli angeli che pone sulla tua strada. E accogli l’invito di andare alla stalla di Betlemme, anche se fa buio, ancora.
Comprendi le fragilità e medica le ferite di chi ti trovi accanto e guardalo con affetto; e anche le tue smagliature cominceranno a risanarsi. Così fanno i pastori.
Sii rispettoso, insegna sempre ad essere cordiale e gentile, e onora il prossimo, soprattutto chi spesso soffre l’umiliazione dei prepotenti: i bambini (tutti, da quelli non ancora nati a quelli vittima di abusi e di bullismo); le donne (tutte, senza accampare distinzioni); i poveri e gli sconfitti (sapendo che la vita è una ruota e basta un soffio per trovarsi dalla parte dei perdenti). 
Pensa ad una persona anziana, o disabile, o nel baratro della malinconia, o lontana dai suoi affetti e sola… guardala con gli occhi di Gesù bambino. E per questa persona invoca la benedizione di Dio, amante della vita. Solo dopo lasciati toccare il cuore e decidi come farle sentire che Dio è venuto anche per lei, che si è fatto piccolo e bisognoso perché tutti potessero sentirlo vicino. E goderne la compagnia. E anche il sorriso.
“Io sono con te”, ti ripete il Signore, anche dentro i tuoi affanni. E tu godi della sua vicinanza e sii per gli altri il segno della compagnia di Dio, che passa anche attraverso di te. E così la speranza aprirà brecce potenti anche nel buio della notte. E luce sarà anche per i nostri cuori.
Cordiali Auguri. Admirantes Iesum 
† Enrico Trevisi
Vescovo di Trieste