L'84% delle famiglie a Santo Stefano riporta in tavola gli avanzi di Natale: operazione salva-spreco!
Il giorno dopo Natale, per molte famiglie italiane, non è tempo di nuovi piatti ma di ritorno in cucina con ciò che resta. A Santo Stefano scatta infatti quello che Coldiretti definisce il vero e proprio “rito degli avanzi”, con l’84% delle famiglie che riporta in tavola i cibi non consumati tra la vigilia e il pranzo di Natale.
È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè, che fotografa una crescente sensibilità ambientale proprio durante le festività, periodo in cui il rischio di spreco alimentare aumenta a causa di preparazioni più abbondanti del normale.
Ridurre lo spreco diventa una priorità durante le feste
Secondo i dati diffusi, quasi due italiani su tre considerano molto importante ridurre lo spreco alimentare, soprattutto nel periodo natalizio. Un’attenzione che si traduce in comportamenti concreti, visto che solo nel 9% delle abitazioni tutto il cibo preparato è stato completamente consumato.
L’obiettivo dichiarato è evitare di gettare pietanze già pronte che, secondo una stima Coldiretti, hanno un valore complessivo di circa mezzo miliardo di euro. Una cifra che rende evidente quanto il tema dello spreco non sia solo ambientale, ma anche economico.
Dalla cucina contadina alle tavole di oggi
Accanto alla sensibilità dei cittadini, tornano protagonisti anche i consigli della tradizione. I cuochi contadini di Campagna Amica propongono anche quest’anno soluzioni semplici e sostenibili per recuperare gli avanzi, trasformandoli in nuovi piatti senza rinunciare al gusto.
Carni come lesso e arrosto possono essere riutilizzate in ragù veloci o farciture, il pesce cotto trova spazio in polpette o insalate tiepide, mentre il purè diventa base per crocchette o tortini gratinati. Il pane raffermo si presta a molte preparazioni, così come i formaggi avanzati, ideali per torte salate. Anche dolci tipici come pandoro e panettone possono essere reinventati come dessert al cucchiaio.
Recuperare cibo significa tutelare ambiente ed economia
Secondo Coldiretti, queste pratiche non servono solo a evitare lo spreco, ma permettono anche di riscoprire tradizioni culinarie del passato che hanno contribuito a costruire l’identità gastronomica dei territori. Recuperare il cibo conviene inoltre all’ambiente, grazie alla riduzione dei rifiuti, e all’economia domestica.
Il problema dello spreco alimentare resta però rilevante. In base a un’analisi Coldiretti su dati Waste Watcher International, ogni italiano butta in media 556 grammi di cibo alla settimana, con una maggiore incidenza di frutta, verdura e pane fresco.
Numeri che raccontano un’abitudine da cambiare
Frutta fresca, verdura, pane, insalate e ortaggi come cipolle e tuberi sono i prodotti più sprecati settimanalmente. Dati che rendono ancora più significativo il cambio di passo registrato durante le feste, quando il recupero degli avanzi diventa un gesto diffuso e condiviso.
Il 26 dicembre, così, Santo Stefano si conferma non solo come giornata di convivialità, ma anche come simbolo di una maggiore attenzione verso il cibo, il suo valore e il rispetto dell’ambiente.