Hacker rubano passaporti in alberghi, in vendita online: 17 mila anche dall'Hotel Continentale
Migliaia di documenti di identità hackerati da alberghi italiani e messi in vendita nel dark web. E' quanto compiuto dal gruppo di cyber criminali 'Mydocs'. L'attività illecita - secondo quanto riferisce l'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) - ha riguardato migliaia di scansioni ad alta risoluzione di passaporti, carte d'identità e altri documenti di riconoscimento utilizzati dai clienti al check-in. I blitz sono iniziati nel giugno scorso ma il gruppo di hacker durante l'ultimo fine settimana ha pubblicato nuovi post con i quali mette in vendita oltre 70 mila documenti 'esfiltrati' a quattro differenti strutture alberghiere.
La notizia è stata anticipata oggi dal Corriere del Veneto, secondo cui tra gli esercizi colpiti figura l'Hotel Ca' dei Conti a Venezia, al quale in luglio sarebbero state sottratte illecitamente 38mila immagini. Altri furti di dati sarebbero avvenuti negli alberghi Casa Dorita di Milano Marittima (2.300 documenti), Regina Isabella di Ischia (30mila) e Hotel Continentale di Trieste (17mila). La segnalazione dell'Agid risale al 6 agosto scorso: "Si tratta di scansioni ad alta risoluzione di documenti di riconoscimento utilizzati dai clienti durante le operazioni di check-in", spiega l'agenzia, attribuendo l'azione a un gruppo "mydocs" che ha posto in vendita il materiale su un forum underground; i documenti sarebbero stati sottratti tra giugno e luglio 2025. Il comunicato è stato aggiornato l'8 e l'11 agosto, perché gli hacker hanno messo on line le immagini di 17mila documenti offuscati dai pixel, con l'offerta per la loro vendita, con cifre che vanno dagli 800 ai 10mila euro. Tra le vittime figurerebbe anche un albergo nelle Baleari, Hills Boutique Mallorca, struttura a cinque stelle. Dei casi italiani è stata informata anche la Polizia postale. Daniele Minotto, vice direttore dell'Associazione Veneziana Albergatori (Ava), ha precisato che gli albergatori per legge non possono archiviare file con i documenti dei clienti, ma basta che gli hacker abbiano accesso allo scanner per spedire carta di identità o passaporti alla Questura. "Non sono al corrente - ha dichiarato Salvatore Pisani, di Confindustria Turismo Venezia - di aggressioni massive; probabilmente questo attacco riguarda strutture piccole, che non sono adeguatamente protette, la nostra associazione ha attivato convenzioni e corsi di formazione per prevenire questi eventi". (ANSA) BUO