Confcommercio, parità di genere vantaggiosa ma ancora lontana

Confcommercio, parità di genere vantaggiosa ma ancora lontana

La parità di genere, anche se contribuisce a migliorare immagine e brand dell’azienda ed è incoraggiata da incentivi e benefit, resta un traguardo ancora lontano e, per raggiungerlo, occorre un impegno condiviso da istituzioni, parti sociali ed imprese.
Questo il filo conduttore dell’incontro sul tema “La certificazione sulla parità di genere: benefici ed opportunità per le imprese”, organizzato dalla Confcommercio triestina per sensibilizzare gli operatori economici sull’argomento.
Ad aprire i lavori è stato il presidente dell’associazione di categoria, Antonio Paoletti, che ha brevemente ricordato la valenza della componente femminile sotto l’aspetto occupazionale. “Nonostante la situazione in FVG sia migliore che altrove - ha spiegato - le ultime rilevazioni dell’Istat evidenziano comunque il persistere di una forbice ampia del tasso di occupazione femminile rispetto a quella maschile (62,1 contro il 75,4%, -13,3%). Se però allarghiamo il focus al resto del Paese, in termini di partecipazione delle donne al lavoro - ha proseguito il presidente di Confcommercio - si può riscontrare un divario ancor più ampio (69,8% contro il 52,3%, -17,5%), parecchio distante dalla media europea (59,6%) e, soprattutto, da quella di numerosi competitor del Vecchio Continente, ad esempio la Germania (65%)”. Un differenziale, quello nel raffronto con l’UE, che, se venisse colmato, secondo alcune stime, garantirebbe 2,3 milioni di occupati in più, con conseguenti riflessi esponenziali anche sulle dinamiche del Pil.
Peraltro, secondo il Global Gender Gap Report 2023, l’Italia occupa il 79esimo posto della graduatoria su 146 Paesi analizzati, con una perdita di 16 posizioni sul 2022.  
“Va peraltro sottolineato come il gap gender - ha quindi ripreso Paoletti - sia almeno in parte arginato proprio grazie al terziario di mercato, settore che assorbe oltre il 70% del totale delle dipendenti di sesso femminile, un trend ribadito anche dal Friuli Venezia Giulia dove, nel comparto, l’incidenza delle occupate donne è del 52,9%, la percentuale in assoluto più alta del Paese.
Il raggiungimento della parità di genere - ha concluso il presidente di Confcommercio - richiede perciò una visione nuova, ad ampio spettro e inclusiva, con interventi di carattere legislativo, contrattuale e pure in termini di welfare per facilitare la conciliazione tra lavoro e vita privata, elemento, quest’ultimo, che potrebbe contribuire a rallentare quel calo demografico che è una delle criticità più marcate del nostro Paese”.
A seguire, Rita Salusinszky e Antonella Martelossi, hanno fornito una panoramica sui contenuti della norma UNI/Pdr 125:2022 che definisce le linee guida sul Sistema di Gestione per la parità di genere, la cui certificazione volontaria, ad oggi conseguita in Italia da circa 2.300 aziende, è volta ad assicurare una politica di gender equality e la creazione di ambiti lavorativi più inclusivi e meno discriminatori.
Tale prassi, in particolare, incoraggia l’adozione di politiche aziendali finalizzate a ridurre la disparità di genere in tutte le aree ritenute più a rischio di diseguaglianze quali le opportunità di carriera, la parità salariale a fronte dello svolgimento di eguali mansioni svolte dai colleghi maschi e la tutela della maternità.
Roberto Visintin, responsabile dell’Area Paghe di Confcommercio, ha quindi illustrato i vantaggi di cui possono beneficiare le imprese intenzionate al raggiungimento della parità di genere.
Benefit rappresentati, oltre che dal miglioramento dell’immagine aziendale e della competitività in virtù dell’azione di modelli operativi inclusivi, anche dalla riduzione, pari all’1% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, dall’acquisizione di un elemento premiante nell’ambito delle gare d’appalto e dalla possibilità di fruire di agevolazioni per quanto concerne l’accesso a contributi e finanziamenti. Tali misure sono incluse nell’ambito di un provvedimento legislativo, inserito nella Legge di Bilancio 2023, che può contare su una dotazione finanziaria annua ripetibile di 52 milioni di Euro. 
Successivamente Natascia Masi, Responsabile per la Certificazione di Parità di Genere di Uniter srl, partner di Confcommercio ed ente accreditato al rilascio della stessa, ha analizzato i riflessi della norma UNI/Pdr 125:2022 su organizzazioni e imprese, focalizzandosi su punti di forza e di debolezza della stessa e sulle peculiarità dei vari indicatori che vanno appunto a quantificare la “virtuosità” dell’impresa.    
L’incontro si è concluso con la presentazione delle attività di supporto che verranno date dallo Sportello Parità di Genere attivato da Confcommercio che fornirà informazioni alle aziende sulle disposizioni legislative in materia, ne valuterà la presenza dei requisiti, le accompagnerà nel conseguimento della relativa certificazione e offrirà assistenza per l’accesso alle risorse stanziate per incoraggiare appunto l’abbattimento del gap gender nel tessuto produttivo del Paese.