Balcani: Montenegro e Albania capofila verso l'adesione Ue, criticita' per Serbia, Bosnia e Kosovo
Nel 2025 il percorso di adesione all'Unione europea dei Paesi dei Balcani occidentali ha continuato a essere una delle principali direttrici di politica estera e interna nella regione, segnando progressi concreti ma anche evidenziando differenze significative tra i vari Stati candidati o potenziali candidati. Il processo di allargamento, come evidenziato dalla Commissione europea nel suo Pacchetto sull'allargamento per il 2025, resta una priorita' strategica, con un impegno formale dell'Ue ad accompagnare i partner balcanici nel percorso di riforme e integrazione, riflettendo nel contempo benefici tangibili per i cittadini delle economie coinvolte. Tra i Paesi dei Balcani occidentali, Montenegro e Albania si distinguono come quelli piu' avanti nel processo di adesione. Secondo le valutazioni europee aggiornate al 2025, il Montenegro ha compiuto progressi sostanziali nel negoziato di adesione all'Ue, avendo gia' chiuso numerosi capitoli di negoziazione e raggiunto gli obiettivi intermedi previsti dal calendario istituzionale. Le autorita' europee affermano che Podgorica potrebbe completare la fase di chiusura dei capitoli entro il 2026 o il 2027, con obiettivo realistico di aderire all'Unione entro il 2028, se la traiettoria positiva delle riforme continuera'.Montenegro si e' focalizzato in particolare su aree cruciali per l'allineamento all'acquis comunitario, quali il diritto di stabilimento e la liberta' di fornire servizi, la libera circolazione dei capitali e le riforme settoriali di agricoltura, sviluppo rurale e pesca. Tali progressi tecnici riflettono un impegno costante nel miglioramento dello Stato di diritto, della governance pubblica e della trasparenza economica - elementi fondamentali per soddisfare i criteri di adesione. Anche Albania ha registrato significativi avanzamenti nel 2025, aprendo diversi cluster negoziali che coprono ambiti fondamentali per l'allineamento normativo con l'Ue. Durante l'anno Tirana ha intensificato le riforme in settori come la giustizia, la lotta alla criminalita' organizzata e la capacita' amministrativa - tutti considerati prerequisiti imprescindibili per procedere verso la chiusura dei capitoli negoziali. La Commissione europea ha sottolineato come il progresso albanese sia frutto di una rinnovata volonta' politica di adottare standard europei e di rafforzare lo stato di diritto. La Serbia mantiene lo status di candidato ufficiale e continua a negoziare con Bruxelles su vari capitoli, ma il ritmo delle riforme e i progressi sull'allineamento alle politiche esterne e alla condizione dello stato di diritto rimangono un punto di attenzione. I negoziati sono proseguiti nel 2025 con cadenza regolare, sebbene alcune questioni strutturali interne, come la governance giudiziaria e la lotta alla corruzione, continuino a rallentare il percorso complessivo. La Macedonia del Nord - dopo anni in cui aveva ottenuto progressi formali per sbloccare il processo di negoziazione -nel 2025 si e' scontrata con un certo grado di incertezza nelle prospettive di avanzamento immediato, anche a causa di dinamiche intergovernative e di priorita' politiche divergenti in alcune aree di riforma. La Commissione europea ha indicato che, pur con una base formale di avanzamento, il percorso negoziale necessita di una visione piu' chiara e coordinata per poter accelerare verso le fasi finali. Nel 2025, la Bosnia Erzegovina e' stata descritta nei report europei come uno dei casi di adesione piu' problematici. Secondo analisi indipendenti, il processo di integrazione di Sarajevo con l'Ue ha fatto pochi progressi tangibili, tanto che il rapporto annuale dell'Ue e' stato percepito come una "non notizia" nel Paese balcanico, a causa della persistente mancanza di riforme strutturali e consenso nazionale sui diritti fondamentali e sulla governance. Il Kosovo, pur unico tra i Paesi della regione per aver avviato negoziati sotto la supervisione dell'Unione, affronta un contesto complicato: il riconoscimento internazionale non universalmente conseguito e le divisioni politiche interne rappresentano ostacoli di natura istituzionale e diplomatica al consolidamento di una tabella di marcia chiara verso la piena adesione. Il Pacchetto sull'allargamento adottato dalla Commissione europea a novembre ha ribadito l'impegno di Bruxelles, confermando che il processo di adesione dei Balcani occidentali e' una priorita' strategica. La crescita economica, l'avanzamento verso l'unione doganale e l'allineamento progressivo con il mercato unico europeo sono elementi chiave dei piani di integrazione, insieme alla convergenza con le normative dell'Ue in materia di diritti fondamentali e governance. Parallelamente all'iter negoziale formale, il Summit Ue-Balcani occidentali tenutosi il 17 dicembre a Bruxelles e' stata un'occasione per riconfermare la partnership strategica tra i 27 Stati membri e i Paesi partner, mettendo in evidenza come l'integrazione graduale nei principali settori politici ed economici - a partire dal mercato interno - possa portare benefici concreti ai cittadini dei Balcani occidentali ben prima dell'adesione formale. Il Montenegro si posizione al vertice nel processo di adesione, con una tabella di marcia chiara verso la chiusura imminente dei capitoli negoziali e un potenziale ingresso nell'Ue entro il 2028. Le riforme sostanziali adottate e l'allineamento istituzionale con l'acquis comunitario gli conferiscono un ruolo guida nella regione. L'Albania segue da vicino, con progressi importanti nell'apertura di cluster negoziali ed eccellenti risultati su alcune riforme essenziali, benche' restino passi da compiere prima della chiusura dei negoziati. Serbia e Macedonia del Nord mostrano progressi irregolari: la Serbia continua a sviluppare il proprio quadro normativo, ma con criticita' su riforme giudiziarie, mentre la Macedonia ha bisogno di consolidare la propria agenda di riforme politiche e amministrative. Bosnia e Kosovo rappresentano invece le criticita' maggiori: in Bosnia il processo appare stagnante, con reazioni minime all'apertura di rapporti formali, mentre il Kosovo deve affrontare sfide istituzionali interne e problemi di riconoscimento internazionaleIl 2025 si chiude per i Balcani occidentali con un quadro misto ma decisamente orientato alla prospettiva europea. I progressi di Montenegro e Albania offrono segnali concreti che l'integrazione all'interno dell'Unione europea non e' un miraggio, ma una possibilita' realistica per alcuni Paesi della regione. Anche nei casi in cui il ritmo delle riforme resta lento, il mantenimento di un impegno politico congiunto con Bruxelles, rafforzato dai summit e dai piani di crescita comune, continua a fornire incentivi chiari per le societa' e le istituzioni locali. Con lo sviluppo di riforme strutturali, l'allineamento alle normative dell'Ue e il continuo sostegno di Bruxelles, l'aspirazione all'adesione puo' tradursi nel tempo in una concreta estensione dell'area politica e economica europea, a beneficio della stabilita', della crescita e della cooperazione regionale nei Balcani occidentali.(Agenzia_Nova)Res