“A Trieste nessuno crede al suicidio”: a Verissimo Claudio Sterpin diventa la voce della città
È una voce ferma, lucida e profondamente segnata dal dolore quella di Claudio Sterpin, che domenica 19 ottobre 2025 è tornato a parlare del caso di Liliana Resinovich nel salotto di Verissimo, ospite di Silvia Toffanin su Canale 5. Una testimonianza che ha colpito il pubblico per la forza delle parole e per la convinzione con cui l’uomo, da anni impegnato nella ricerca della verità, ha espresso un pensiero condiviso — a suo dire — da gran parte dei triestini: «A Trieste nessuno dà ragione alla teoria del suicidio».
“Le indagini partite male e l’autopsia che non ha visto i segni”
Durante l’intervista, Sterpin ha criticato apertamente la conduzione delle indagini e, in particolare, la prima autopsia sul corpo di Liliana:
«Lei è stata picchiata, ma non hanno voluto vedere i segni. Non ho capito come sia stata accettata la prima autopsia del dottor Constantinides, che a Trieste è conosciuto da sempre per il suo lavoro. Eppure, stavolta non l’ha fatto bene. Basta informarsi in giro: non c’è una persona triestina che gli dia ragione».
L’uomo ha poi descritto con durezza la propria convinzione: «Liliana era piena di colpi, schiaffi, pugni, con una vertebra rotta. Io non ci sarò più, ma mi darete ragione. Questa è un’associazione a delinquere che si è messa in piedi prima per eliminarla e poi per coprire tutto».
“A Trieste nessuno ci crede: la città vuole la verità”
Nel passaggio più forte dell’intervista, Sterpin ha espresso quello che definisce il sentire comune della città: la convinzione che Liliana non si sia tolta la vita. «Non c’è una persona triestina che creda alla teoria del suicidio. Tutti pensano che qualcosa non torni, che la verità non sia ancora venuta fuori».
Ha inoltre criticato la gestione delle prove e dei dispositivi sequestrati, sostenendo che «non è stato fatto il controllo che si doveva su un sacco di telefoni» e che la Procura avrebbe dovuto agire «da subito, una volta trovata lei».
“Lui sa tutto. Non ha mai cercato davvero sua moglie”
Sterpin ha poi commentato il comportamento del marito di Liliana, Sebastiano Visintin, unico indagato nel caso: «Non voglio sparlare, ma sono convinto che lui sa per filo e per segno tutto quello che è successo. Lui è il regista, ma non ha agito da solo. Una persona da sola non riesce a mettere in piedi tutto quel bailamme».
Ha aggiunto che, secondo lui, l’uomo non avrebbe mai mostrato un reale desiderio di cercare la moglie: «Non c’è un’azione che lui abbia fatto per fare una ricerca seria. È stato spinto ad andare a fare la denuncia di scomparsa, l’ha fatto di controvoglia».
“Voglio vedere la fine di questa storia”
Nel finale, l’uomo ha parlato con amarezza ma anche con determinazione: «Io voglio sperare che alla verità si arrivi. Temo di non riuscire a godermela, ma non mollerò. Spero di avere la grazia di resistere fino a quel giorno. Voglio vedere la fine di questa storia».
Un appello che scuote Trieste
Le parole di Claudio Sterpin hanno trovato eco tra i cittadini triestini, molti dei quali da tempo esprimono dubbi sulla tesi del suicidio. Le sue dichiarazioni a Verissimo si inseriscono in un contesto di attesa e frustrazione, con la città ancora divisa ma desiderosa di una conclusione chiara e definitiva su un caso che ha segnato la comunità.