“Volemo el tram!” Ma dopo tutta sta attesa, sarà una giostra o un museo?
Con questa frase ironica, un triestino ha riacceso il dibattito attorno al Tram di Opicina, un’icona storica della città che da anni è al centro di nostalgie, polemiche e attese. L’ironia del commento evidenzia il contrasto tra l’entusiasmo espresso dai cittadini durante le campagne per il ripristino e la realtà che potrebbe presentarsi una volta che il tram tornerà in funzione.
Un simbolo di Trieste, tra storia e tradizione
Il Tram di Opicina, operativo dal 1902, non è solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo della storia triestina. Con il suo percorso suggestivo, che collega il centro città all’altopiano carsico, è stato per decenni un’attrazione unica per residenti e turisti. La sua combinazione di tecnologia e bellezza paesaggistica lo ha reso un elemento distintivo della città.
Dal 2016, a causa di problemi tecnici e gestionali, il tram è fermo. Questo stop ha alimentato un forte desiderio di rivederlo in funzione, culminato in iniziative e campagne sui social, spesso accompagnate dal grido: “Volemo el tran!”. Tuttavia, l’ironia del commento mette in luce una possibile realtà futura: un tram sovraffollato, che rischia di diventare più un’attrazione turistica che un mezzo di trasporto quotidiano.
L’ironia dei triestini: tra entusiasmo e pragmatismo
I triestini, noti per il loro spirito ironico, hanno reagito in modi diversi al commento. Da un lato ci sono i nostalgici, che vedono nel tram un pezzo di storia da preservare a tutti i costi. “Il tram è parte della nostra identità – scrive un residente – è qualcosa che ci distingue e che dobbiamo tramandare”.
Dall’altro lato, ci sono voci più pragmatiche, che sollevano dubbi sulla reale utilità del servizio. “Con tutti i problemi che ha Trieste, il tram è davvero la priorità? – si chiede un altro cittadino – Non rischiamo di fare tutto questo casino per poi usarlo solo pochi mesi?”. L’ironia triestina, in questo caso, si fa strumento per mettere a confronto entusiasmo e realtà.
Un futuro tra tradizione e innovazione
Il ritorno del Tram di Opicina rappresenta un’opportunità importante per Trieste, sia dal punto di vista simbolico che turistico. Se ben gestito, potrebbe diventare un ponte tra passato e futuro, unendo la tradizione storica alla modernità di una città che vuole continuare a crescere.
Per alcuni, il tram potrebbe anche diventare un elemento chiave per il turismo, attirando visitatori curiosi di vivere un’esperienza unica. “Non si tratta solo di un tram – aggiunge un cittadino – ma di qualcosa che ci rende speciali. Dobbiamo valorizzarlo, anche pensando al futuro”.
L’attesa continua, tra ironia e speranza
Mentre i lavori per il ripristino del tram proseguono, il dibattito tra nostalgici e critici resta vivo. La frase del triestino, apparentemente leggera, riflette in realtà una questione più profonda: il ritorno del Tram di Opicina riuscirà a soddisfare le aspettative o diventerà un sogno troppo difficile da gestire?
Quello che è certo è che il tram rappresenta qualcosa di più di un semplice mezzo di trasporto: è parte della memoria collettiva della città. E Trieste, con il suo inconfondibile mix di ironia e passione, continua a sognare il giorno in cui il suo tram tornerà a percorrere le strade, riportando in vita un simbolo amato e indimenticabile.